venerdì 27 dicembre 2013

ALBERO DI NATALE DI FROLLA

E' normale in questi giorni invitare a casa parenti e amici, o anche soltanto per gratificare noi stessi, per cui ci domandiamo "e allora, cosa preparo?". Per stupire piacevolmente tutti ecco un'idea per un antipasto che addobberà la tavola delle feste in modo coreografico, a tema e di sicuro effetto: l'albero di Natale di frolla. Devo essere sincera, bisogna che abbiate un po di manualità, perchè dovrete ritagliate da voi la forma dell'albero di Natale sulla pasta frolla, ma vi assicuro che sarà facile e divertente. In alternativa potreste usare uno stampo, in commercio si trova senza nessun problema. L'origine dell'albero di Natale ha radici profondissime nella storia dell'uomo, infatti per i druidi e i celti rappresentava la vita ed erano soliti addobbarlo durante la festa del solstizio d'inverno, periodo dell'anno (che corrisponde alle nostre feste natalizie) in cui le giornate cominciano ad allungarsi, lasciando presagire l'arrivo della primavera e quindi il ritorno a nuova vita. Adottato successivamente anche dalla tradizione cristiana, è curiosa la storia secondo cui l'uso moderno dell'albero di Natale nasce nel 1441 a Tallin, in Estonia, dove nella piazza del municipio (Raekoja Plats) fu ornato uno splendido abete. Uomini e donne scapoli iniziarono a danzarvi intorno alla ricerca dell'anima gemella. Per 6 persone:

1 confezione di pasta sfoglia rettangolare
200 g di stracchino
2 wurstel grandi
20 olive
6 noci

Dividete la pasta sfoglia a metà e ritagliate dalla prima la forma di un albero.
Fate la stessa cosa con la seconda metà, facendo in modo che siano il più simili possibile, magari fate delle prove sovrapponendo le due forme. Usate la prima metà e cospargetela di stracchino, avendo cura di lasciare scoperto il lembo esterno di pasta frolla in modo tale da poter sigillare l'albero di Natale.
Tagliate a fettine il wurstel e sovrapponetelo allo stracchino. Quindi prendete l'altra metà di frolla e ponetela sopra la prima.
Pressate con i polpastrelli delicatamente i bordi in modo tale da sigillare il ripieno. Incidete dall'interno verso l'esterno le parti laterali per formare i rami e rigirate ognuno di essi su se stesso, così da creare movimento. Schiacciate le noci, facendo attenzione, per quanto possibile, a lasciare la metà intera. Con queste decorate la base dando l'idea di modellare il tronco dell'albero. Disponete infine le olive a piacimento sui rami. Infornate per 15 minuti a 200°. Siete pronti per stupire i vostri commensali con l'albero di Natale di frolla? Buone feste a tutti :-)))













domenica 22 dicembre 2013

LIQUORE AL CIOCCOLATO

Quando lo faccio, non dura mai molto tempo... il liquore al cioccolato è una prelibatezza che piace sempre a tutti, la sua cremosità sorprende piacevolmente chi lo assapora lasciando la voglia di gustarne ancora un altro bicchierino. Spesso lo regalo per Natale, e vedo che la cosa è molto apprezzata, vi consiglio davvero di rimboccarvi le maniche e di provare anche voi questa ricetta, poi mi saprete dire... Una curiosità sull'albero del cacao: produce frutti per ben 2 volte all'anno, e nonostante raggiunga la sua piena maturità verso il decimo anno, è possibile effettuare la raccolta per circa 30 anni.

1 l di latte
900 g di zucchero
150 g di cacao amaro
1 bustina di vanillina
250 g di alcool

Ponete sul fuoco il latte e nel frattempo stemperate in una ciotolina il cacao, lo zucchero e la vanillina. Non appena il latte inizia ad incresparsi, versate a pioggia lentamente le polveri, senza smettere di mescolare. Quando sarà tutto ben amalgamato in una crema, tempo 2 minuti, spegnete il fuoco e lasciate raffreddare completamente. Quindi unite l'alcool, mescolate per benino e imbottigliate. Il liquore al cioccolato non ha bisogno di maturare, per cui potete consumarlo anche da subito.



mercoledì 18 dicembre 2013

STELLA DI PANDORO RIPIENO

Auguri sorellona! Per il tuo compleanno oggi ti ho preparato la stella di pandoro ripieno. Profumi, fragranze e sentori della nostra terra sapientemente miscelati per te nei gusti che tu adori tanto: arancia e zagara. In ogni caso, la stella di pandoro ripieno è un dolce tradizionale natalizio molto semplice da realizzare, bello da vedere e di grande effetto!

1 pandoro
100 g di cioccolato fondente
250 g di marmellata di arance con scorzette
1 tazza di acqua
1/2 cucchiaio di zucchero
1 boccetta di essenza di fiori d'arancio (zagara)
3 uova
3 cucchiai di zucchero
500 g di mascarpone

Anzitutto tagliate il pandoro in sezioni, io ne ho ricavate 5 eliminando l'ultimo strato che ho mangiato subito :-))) eeee, i sacrifici di noi cuocherelloni!!! Il pandoro va ricomposto dalla stella più grande (che posizionerete come base direttamente sul piatto da portata) a quella più piccola. Quindi in una tazza miscelate fino ad ottenere un fluido omogeneo l'acqua, 1/2 cucchiaio di zucchero e l'essenza di zagara, con questo bagnate leggermente la prima stella.
Cospargetela di marmellata di arance, mi raccomando, quella con le scorzette, è più buona! Grattate il cioccolato con una grattugia o con un coltello direttamente a pioggia sulla marmellata. Lasciate pure i pezzettini che naturalmente cadranno sul vassoio, saranno la decorazione al vostro piatto. Nel frattempo separate le uova, sbattete i rossi con lo zucchero finchè non diventino spumosi, unite il mascarpone e miscelate fino ad ottenere una crema liscia e uniforme, quindi aggiungete le chiare montate a neve, mescolando delicatamente dall'alto verso il basso.
Non vi preoccupate se assaggiando questa crema vi risulterà davvero poco zuccherata, vi assicuro che nel complesso il dolce sarà equilibrato. Adagiate un po della crema sulla prima stella, la quantità necessaria a ricoprirla completamente. Siamo pronti per procedere a strati: la stella immediatamente più piccola (che avrete cura di disporre in modo sfalsato, in modo tale che ai vuoti della prima corrispondano le punte della seconda), leggera bagna, marmellata, cioccolato e crema. Così via fino all'esaurimento degli ingredienti. Spolverate abbondantemente di scaglie di cioccolato l'ultimo strato e riponete in frigo. Vi consiglio calorosamente, come tutti i dolci farciti, di preparare la vostra stella di pandoro ripieno il giorno prima di degustarla, i sapori hanno il tempo di amalgamarsi meglio.



sabato 14 dicembre 2013

ROSELLINE DI MELE


Oggi prepariamo un dolcetto, sfizioso, goloso per gli amanti della frutta e non solo, bello da presentare ai vostri ospiti: le roselline di mele. A partire dall'autunno maturano la maggior parte delle mele coltivate in Italia. Le fuji sono originarie del Giappone, ma vengono prodotte ormai da tempo anche sul nostro territorio. Comunque, che siano di provenienza lontana o a chilometro zero, consumandole fresche se ne gode appieno il bouquet aromatico, anche in cottura. Per le roselline di mele le varietà più indicate, oltre alle fuji, sono le renette, che risultano leggermente più asprognole, le golden dolci e farinose, oppure le royal gala croccanti e succose. Per 4 persone:

1 rotolo di pasta sfoglia rotonda
2 mele
3 cucchiai di zucchero
1 noce di burro
1 pizzico di cannella
1 limone
pirottini

Pulite le mele e tagliatele a fettine sottili, ponetele in una padella antiaderente e irroratele con il succo del limone.


Aggiungete 2 cucchiai di zucchero, la cannella, il burro, poca acqua e cuocete per 5 minuti.
Tagliate a cerchi concentrici la pasta sfoglia creando degli anelli.





Tagliate ancora gli anelli in sezioni di lunghezza più o meno regolare.






Sistemate le fettina di mela sulla sfoglia, una di fianco all'altra, sul bordo esterno di una striscia di pasta.




Ripiegate la sfoglia su se stessa arrotolandola con delicatezza. Mettete la rosellina di mela così ottenuta in un pirottino. Procedete allo stesso modo per formare le altre roselline di mela. Ponetele in una placca da forno, spolverizzatele con lo zucchero rimasto e infornate a 200° per 15 minuti.




lunedì 9 dicembre 2013

LASAGNE VERDI AL RADICCHIO

Le lasagne verdi al radicchio le ho appositamente ideate come variante ad un piatto tipico della tradizione italiana usando un'ottima e colorata verdura di stagione: il radicchio rosso. In particolare ho utilizzato quello di Treviso, particolarmente buono tanto da ottenere il marchio IGP. In effetti, ad avere la denominazione sono 3 qualità di radicchio trevisano: il rosso tardivo, il rosso precoce e il variegato di Castelfranco. Oggi parliamo dei primi 2. Il rosso tardivo è contraddistinto da germogli uniformi e da una costa centrale ben evidente. Dopo la raccolta subisce un processo d'imbiancamento forzato, tramite l'immersione di ogni cespo in acqua sorgiva. Il precoce ha un cespo più voluminoso e allungato, l'imbiancamento avviene attraverso la legatura dei cespi stessi. Per 6 persone:

300 g di lasagne verdi all'uovo
500 g di radicchio trevigiano
200 g di stracchino
20 g di pancetta dolce
1 cipolla piccola
2 spicchi d'aglio
100 g di parmigiano grattugiato
1 l di besciamella
30 g di burro
olio

Tagliate il radicchio a striscioline di circa 1 cm e sbollentatelo per 2 minuti in acqua salata. Scolatelo e tenetelo da parte. Rosolate in una padella con 3 cucchiai d'olio l'aglio e la cipolla tritati finemente, la pancetta tagliata a cubetti, aggiungete quindi il radicchio, salate e cuocete per 5 minuti. Preparate la besciamella seguendo questa ricetta qui. Prendete una teglia da forno antiaderente e disponete a strati in quest'ordine: le lasagne verdi, il radicchio, la besciamella, lo stracchino a pezzetti sparsi qua e la, una spolverata di parmigiano e così via fino ad esaurire gli ingredienti. Terminate con qualche cucchiaiata di besciamella, il parmigiano e qualche fiocchetto di burro. Infornate le lasagne verdi al radicchio per 20 minuti a 200° e servite ben calde.




mercoledì 27 novembre 2013

CAVOLFIORE ALLA CREMA

Il cavolfiore alla crema, l'ortaggio simbolo della stagione invernale, presentato oggi in un contorno dal sapore deciso. Ma non è del cavolfiore che voglio parlarvi in questo post, bensì di un altro ingrediente presente in questa ricetta: il cappero. Anzitutto diciamo che ciò che consumiamo della pianta del cappero è il bocciolo del suo fiore, che viene raccolto durante tutta l'estate, anche più volte dalla stessa piantina. Pensate che ogni cespuglio può arrivare a produrre circa 3000 fiori in una sola stagione! La classificazione del cappero avviene a seconda della sua dimensione e tanto più sono piccoli, migliore è la sua qualità. Il modo migliore per conservarli è sotto sale, ma prima di consumarli è necessario tenerli in acqua per almeno un'ora. I capperi più pregiati sono quelli di Pantelleria, perchè il terreno vulcanico gli conferisce un gusto che pare non sia rintracciabile in nessun'altra parte del mondo, tanto d'avergli fatto guadagnare la denominazione IGP. Per 4 persone:

1 cavolfiore di circa 1 k
1 tuorlo
50 g di parmigiano grattugiato
200 g di panna
50 g di capperi
2 filetti di acciughe
250 g di besciamella

Pulite il cavolfiore, dividetelo in cimette e cuocetelo in acqua salata per 20 minuti. Scolatelo e tenetelo da parte. Preparate la besciamella che trovate qui con 1/4 degli ingredienti indicati. Quando la crema sarà addensata, incorporate il tuorlo, senza mai smettere di rimestare, il parmigiano, la panna, i capperi e l'acciuga precedentemente spappolata. Fate attenzione che la salsa non prenda il bollore. Quando la vedete ben legata unite le cimette di cavolfiore e fatele impregnare per benino nel condimento. Portate subito in tavola, ben caldo, questo saporitissimo cavolfiore alla crema.



lunedì 25 novembre 2013

VIN BRULE'

Il vin brulè, letteralmente vino bruciato, non fallisce mai nel creare l'atmosfera natalizia. Profumatissimo, molto speziato, servito bollente è un vero toccasana nelle gelide giornate invernali. Assolutamente vi consiglio di provare questa facilissima ricetta, che non ha niente a che vedere con i vari vin brulè che si acquistano, per i miei gusti troppo alcolici e come al solito, pieni di conservanti. Nella preparazione casalinga, infatti, si da molta cura alla "bruciatura" del vino, che lo rende, per l'appunto, "brulè". E' proprio durante questa fase che a bruciare è, naturalmente, l'alcol, che evaporando, lascia che a regnare siano le fragranze dei chiodi di garofano, cannella e noce moscata. Per 4 persone:

1 l di vino corposo
150 g di zucchero
1/2 noce moscata
10 chiodi di garofano
2 stecche di cannella
1 arancia
1 limone

Ricavate dall'arancia e dal limone delle scorzette sottili, facendo attenzione a non tagliare anche la parte bianca che rende amarognolo il sapore. Ponetele in un tegame con lo zucchero, le spezie e in ultimo il vino. Senza smettere mai di rimestare portate a bollore a fiamma dolce, quindi proseguite la cottura per 5 minuti, fino al completo scioglimento dello zucchero. E ora la magia: infiammate il vino usando uno stecchino lungo, in modo da garantire una distanza di sicurezza e aspettate che il fuoco si spenga da solo. Filtrate il vin brulè con un colino e servitelo fumante.




venerdì 22 novembre 2013

PEPERONI RIPIENI DI MARE

I peperoni ripieni di mare sono una ricetta molto semplice da realizzare e allo stesso tempo ricca di sostanza, un colorato e allegro piatto unico di verdure e pesce. In questa preparazione ho usato il palombo, che udite udite, è uno squalo! E si, proprio come la verdesca il palombo è un'innocuo squaliforme fra i più pregiati e gustosi, diffusissimo anche nel nostro bacino del Mediterraneo. Spessissimo venduto a tranci, si può facilmente riconoscerlo dal fatto che si presenta totalmente senza lische ed ha una colonna vertebrale a forma di croce. Per la sua bontà può essere tranquillamente sostituito, in alcune preparazioni, al pesce spada, molto più costoso e pregiato. Per 4 persone:

4 peperoni
200 g di palombo in tranci
400 g di gamberetti
4 pomodori maturi
10 olive nere e verdi
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
100 g di mollica di pane
2 spicchi d'aglio
abbondante origano
sale, pepe nero, olio

Tagliate a metà i peperoni asportando il picciolo e la parte interna di filamenti e semi, poneteli con la parte aperta rivolta verso l'alto in forno per 10 minuti o nel microonde per 5 minuti. Nel frattempo sbollentate per 5 minuti i gamberetti e per 10 il palombo, che sbriciolerete fra le dita in piccole parti in una ciotola, aggiungete i gamberetti e l'aglio tritato finemente. Tagliate a piccoli cubetti i pomodori, snocciolate le olive e riducete anch'esse in pezzetti. Incorporate tutto nella ciotola, aggiungendo i rimanenti ingredienti, avendo cura di aggiustare di sale e di condire con abbondante origano e pepe nero. Amalgamate bene il tutto e riempite con questo ripieno i peperoni. Prima d'infornare a 200° per 20 minuti, irrorate ogni peperone ripieno di mare con un C di olio. Sono ottimi serviti caldi ma anche freddi il giorno dopo.


mercoledì 20 novembre 2013

ARISTA AL PEPE ROSA

Arista al pepe rosa. L'arista è un pezzo del maiale molto versatile che si presta bene a molte preparazioni, oggi cucinato per voi in questa ricetta in bianco al pepe rosa. In effetti quest'ultima spezia non è propriamente un pepe, infatti è chiamata anche falso pepe, perchè non deriva dalla stessa pianta di quello nero, bianco e verde (il piper nigrum) bensì dal shinus molle, originario del sud America e oggi coltivato un po ovunque. La fragranza e la bellezza del suo frutto (pensate che io l'ho utilizzato come centrotavola e come segnaposto il giorno del mio matrimonio) non sono le sue uniche caratteristiche: infatti ha proprietà diuretiche, antisettiche e favorisce la digestione. Per 4 persone:

500 g di arista in un solo pezzo
2 cipolle grosse
1 cucchiaio di pepe rosa in grani
1/2 cucchiaino di semi di finocchio
olio, sale

Versate in una casseruola un fondo d'olio e fatevi rosolare la carne da tutti i lati per sigillarne i succhi. Tenetela da parte. Nel frattempo affettate finemente la cipolla e soffriggetela per 5 minuti nel fondo di cottura dell'arista. Aggiungete nuovamente in casseruola il pezzo di carne, salate e unite i semi di finocchio e 1/2 cucchiaio di pepe rosa. Incorporate dell'acqua, sufficiente a ricoprire completamente le cipolle. Coperchiate e fate cuocere a fuoco medio per circa 1 ora, aggiungendo all'occorrenza altra acqua. Una volta cotta lasciate raffreddare, dopodicchè tagliate l'arista al pepe rosa a fette sottili di circa 1/2 centimetro. Servitela accompagnata dalla cipolla e decorata con i rimanenti grani di pepe rosa.


lunedì 18 novembre 2013

TORTINO DI RISO ALLE MELANZANE

Oggi per voi una ricetta facile facile ma molto gustosa e colorata: il tortino di riso alle melanzane. Il riso è un alimento molto sano, fra tutti i cereali risulta essere quello con minor potenziale allergenico. Ma una volta raccolto, come arriva sulle nostre tavole? In realtà questo piccolo dono della natura ha bisogno di diverse fasi di lavorazione, la prima delle quali consiste nell'eliminazione delle parti più evidenti d'impurità, attraverso l'uso di setacci e getti d'aria. Segue poi la cosiddetta "sbramatura", cioè vengono staccate dal chicco di riso delle specie di foglioline. A questo punto abbiamo ottenuto il riso integrale, che è buonissimo e molto ricco di proprietà nutrizionali, ma richiede una cottura più lunga del riso bianco. Quindi si procede alla "sbiancatura" per eliminare al parte più esterna del chicco. In base al numero di passaggi che si eseguono in questa fase di raffinazione, si ottiene il riso semiraffinato, il riso mercantile, il riso raffinato di I grado e il riso raffinato di II grado. Lo step finale è la "brillatura", che ha lo scopo di conferire lucidità al riso e consiste in un trattamento leggero con glucosio oppure con olio di vasellina. Per 2 persone:

200 g di riso per risotti
1 melanzana
300 g di pomodori
100 g di mozzarella
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai di grana grattugiato
1 rametto di basilico
olio, sale, pepe nero

Preparate un sughetto con i pomodori, il battuto d'aglio e basilico e una spruzzarina di pepe nero. Bollite il riso e scolatelo, quindi saltatelo nel sughetto in modo che si impregni per bene, lasciandone un pochino da parte. Tagliate a striscioline la mozzarella, e incorporatene la metà al riso. Nel frattempo affettate la melanzana e rosolate le fettine di circa 1 centimetro in una padella con poco olio, scolatele e tenetele da parte. Ponete metà del riso in una pirofila da forno, fate uno strato con le melanzane e ricoprite con il restante riso. Aggiungete la mozzarella, le ultime fettine di melanzane e il rimanente sugo. Infornate a 180° per 15 minuti. Prima di servire in tavola, decorate il tortino di riso alle melanzane con qualche foglia di basilico.


venerdì 15 novembre 2013

CIOCCOLATINI BOUNTY

Per tutti i golosoni come me oggi una ricetta facile e sfiziosa: i cioccolatini bounty. Gli amanti del cocco e della cioccolata sicuramente conoscono la gustosa barretta prodotta dalla Mars e venduta in tutto il mondo. Ma cos'è il Bounty? Ricordate il famoso ammutinamento del Bounty? La storia ci riporta alla memoria una nave mercantile britannica, salpata dall'Inghilterra alla fine del 1700, allo scopo di recuperare alberi di frangipane dall'isola di Tahiti. Il suo comandante, il capitano Bligh, su ordine del re doveva raggiungere l'isola doppiando Capo Horn, impresa che gli risultò impossibile da realizzare per le avverse condizioni climatiche. Allungando i tempi, Bligh dovette curvare su Capo di Buona Speranza e, una volta raggiunta l'isola, soffermarsi forzatamente per altri 5 mesi nell'attesa della maturazione degli alberi richiesti dal re. Questo tempo fu sufficiente affinchè l'equipaggio instaurasse stretti rapporti con le indigene dai facili costumi sessuali. Fu proprio questo il motivo dell'ammutinamento del Bounty: poco dopo la partenza, un gruppo di marinai capeggiati da Fletcher si impossessarono delle armi a bordo, confinarono Bligh su una barchetta e rifecero rotta su Tahiti per raggiungere le tahitiane. ....aaahhhh l'amore.... Per circa 40-45 cioccolatini bounty:

250 g di farina di cocco
3 albumi
150 g di zucchero a velo
150 g di cioccolato fondente

Montate a neve gli albumi e impastateli con la farina di cocco e lo zucchero. Lasciate riposare in frigo per 30 minuti. Formate con questo impasto delle palline. Sciogliete il cioccolato a bagnomaria e immergetevi le palline. Riponetele dentro dei pirottini. Prima di servire i cioccolatini bounty fateli riposare in frigo per almeno un paio d'ore.


mercoledì 13 novembre 2013

GRISSINI AL PROSCIUTTO

I grissini al prosciutto, uno sfizioso antipasto molto versatile, perchè può essere presentato anche come rustico o come finger food. Per la prima volta oggi, nella storia del mio blog, per festeggiare il compleanno del mio carissimo papà e l'onomastico del mio amato fratellino Diego, ho deciso di presentarvi questa simpatica ricetta accompagnata da un tutorial fotografico. Questo non perchè sia particolarmente difficile, anzi, come sapete bene tutte le mie ricette sono di una facilità estrema e di velocissima realizzazione. Piuttosto m'intrigava fare questo nuovo esperimento. Voi cosa ne pensate? Per 4 persone:

150 g di prosciutto
1 confezione di pasta sfoglia rettangolare
50 g di parmigiano grattugiato
paprica dolce


Disponete le fette di prosciutto sulla pasta sfoglia ma non per tutta la sua superficie, fatelo solo per metà. Cospargete su tutto il salame il parmigiano grattugiato.




Chiudete a portafoglio la pasta sfoglia e pressate bene lungo i bordi in modo da sigillare perfettamente il contenuto.





Tagliate la pasta sfoglia in strisce larghe cira 2 centimetri. Un consiglio: più saranno sottili, maggiore sarà l'effetto grissino oltre che  più piacevole all'occhio.




Rigirate ogni striscia su se stessa più volte a mo' di spirale.






Disponete ogni grissino di pasta sfoglia su una placca da forno e cospargete con della paprica dolce. Infornate dunque a 200° per circa 15 minuti, il tempo necessario alla loro doratura. L'effetto finale è quello che vedete qui in basso. I grissini al prosciutto sono ottimi caldi, ma sono l'ideale se dovete allestire un buffet perchè potete prepararli il giorno prima.





lunedì 11 novembre 2013

POLENTA AI FUNGHI PORCINI

Siete andati nel w-e a cercare funghi? Io si, ieri ha piovuto a dirotto tutta la giornata, ma sabato, col tempo un po' incerto, mi sono avventurata su per i monti. E sorpresa delle sorprese, madre natura mi ha regalato 3 bei boletus. Di ritorno a casa già pregustavo felice la succulenza, per la prima volta quest'anno, della polenta ai funghi porcini, tipico piatto autunnale, ricco di sapore e carico di gusti naturali, ideale anche come piatto unico. Per chi non avesse avuto la mia stessa fortuna, segnalo una sagra che si svolge qui in zona: dal 28 novembre al 1 dicembre a Compiobbi (FI) è in programma al "circolo la pace" la sagra della polenta e delle specialità autunnali, dove si potranno gustare, fra tante specialità, anche i funghi porcini. Per 2 persone:

150 g di polenta
600 g di acqua
100 g di funghi porcini
200 g di panna
50 g di pancetta a dadini
1 cipolla
3 cucchiai di pecorino grattugiato
1 rametto di nepitella
olio, sale, pepe nero

Riducete la cipolla in anelli sottili e fatela rosolare in padella con la pancetta, poco olio, qualche fogliolina di nepitella e una spruzzata di pepe nero. Quindi aggiungete i porcini, che avrete accuratamente ripulito dalla terra con uno straccetto umido, e sfilettati, gambo e cappella. Lasciate insaporire per circa 5 minuti a fuoco dolce e incorporate la panna e qualche altra foglia di nepitella. Regolate di sale e di pepe rigirando in continuazione per altri 3 minuti e levate dal fuoco. Nel frattempo portate a bollore l'acqua, aggiungete il sale necessario e la farina di polenta. Rimestate con forza il tempo necessario alla sua cottura; io uso sempre quelle istantanee, quindi mi ci vogliono davvero 3 minuti :-))) A fine cottura incorporate il pecorino e fatelo completamente assorbire alla polenta. Quindi dividetela nei piatti e sovrapponete la salsina preparata in precedenza. Servite in tavola la polenta ai funghi porcini ben calda e fumante.


venerdì 8 novembre 2013

BACCALA' AL BATTUTO DI CAROTE

Il baccalà al battuto di carote: un piatto di pesce povero della tradizione del sud, originalissimo per gusto e colore. Ma cos'è il baccalà? Uno scrittore cubano l'ha simpaticamente definito "nient'altro che una mummia commestibile" (A. Hernandez Catà). A me piace molto questa definizione perchè in effetti, altro non è che il merluzzo conservato sotto sale. Quindi, prima d'essere cucinato, va tenuto a bagno per due giorni, e l'acqua va cambiata almeno ogni 6 ore. Degli utili consigli nella scelta all'acquisto del baccalà sono anzitutto il colore della carne: non dev'essere giallastra ma bianca. La pelle deve essere molto chiara e la polpa elastica e al tempo stesso morbida. Infine 2 parole sulle dimensioni: nella parte centrale il baccalà non deve essere più basso di 3 centimetri e la sua lunghezza non deve essere inferiore ai 40. Per 2 persone:

4 tranci di baccalà
4 grosse carote
1 cipolla
1 ciuffetto di prezzemolo
1 costa di sedano
1 bicchiere di vino bianco secco
sale, olio, pepe bianco

Una volta dissalato il baccalà è pronto per essere cucinato. Riducete a julienne la carota, tritate la cipolla, il sedano e il prezzemolo e ponete tutto in una casseruola larga e bassa con l'olio, regolate con pochissimo sale. A fiamma bassa lasciate appassire per una decina di minuti. Quindi aggiungete i tranci di baccalà, spolverate col pepe bianco, rosolateli 5 minuti per parte e aggiungete il vino. Lasciate sobollire per altri 30 minuti circa a fuoco medio, rigirando a metà cottura. Il vostro baccalà al battuto di carote è pronto per essere servito in tavola ben caldo.


mercoledì 6 novembre 2013

CIOCCOLATO CROCCANTE AI CEREALI

Che meraviglia il cioccolato! Mangiamolo sempre e comunque che fa bene, alla faccia di tutte le diete del mondo! La ricetta di oggi lo vede protagonista insieme ai corn flakes e alla cannella, di cui voglio illustrarvi alcune proprietà benefiche. A differenza di molte altre spezie, la cannella non si ricava dalle foglie o dai fiori della pianta, ma dalla corteccia, dalla parte più interna. Inoltre, quella di migliore qualità si ottiene dai rami più giovani. Bisogna puntualizzare però che esistono 2 qualità di cannella: una è curativa (la cinnamomum zeylanicum), comunemente chiamata cannella regina; l'altra no (la cinnamomum cassia), detta anche cannella della Cina. Dunque possiamo usare la prima per ridurre il gonfiore addominale, come funghicida e antisettico. Uno studio condotto in Germania ha dimostrato la sua efficacia contro il fungo della "candida albicans" e del batterio "escherichia coli", entrambi responsabili di fastidiose infezioni alle vie urinarie. Infine, ma non meno importante, la cannella ha la proprietà di regolare il livello di zuccheri nel sangue, quindi è particolarmente consigliato l'uso e il consumo ai nostri cari amici diabetici. Per 4 persone:

150 g di cioccolato fondente
80 g di corn flakes
100 ml di panna da montare
1 cucchiaino di cannella in polvere

Sciogliete il cioccolato a bagnomaria e aggiungetevi la cannella. Frantumate grossolanamente i fiocchi di corn flakes e incorporateli al cioccolato fuso. Rivestite uno stampo con della carta forno e adagiatevi il composto, cercando di livellarlo allo spessore ci circa 1 cm. Lasciatelo riposare in frigo per 15 minuti in modo tale che solidifichi. A questo punto potete tagliarlo a tocchettoni o, come ho fatto io, fare delle forme con degli stampini di metallo per biscotti (io ho usato una forma a fiore). Prima di servire il cioccolato croccante ai cereali decorate ogni forma con un ciuffetto di panna montata e una spruzzatina di cannella.


lunedì 4 novembre 2013

BROCCOLI FILA E FONDI

Questo pittoresco ortaggio a forma di alberino stuzzica la fantasia e l'immaginazione dei più piccoli, ecco perchè la ricetta di oggi, i broccoli fila e fondi, è adattissima anche per i bambini che normalmente pongono delle difficoltà nell'assumere verdure. Sarà gradita agli amici vegetariani e in generale a tutti coloro che sono particolarmente attenti alla linea, visto che i broccoli hanno il notevole vantaggio di essere molto poveri di grassi e soprattutto di possedere una notevole quantità di fibra alimentare, utilissima per l'aumento della sazietà. In più, facendo parte della famiglia dei cavoli, vantano proprietà antitumorali. Ancora una volta possiamo portare a tavola dall'orto questo preziosissimo dono della natura! Per 2 persone:

1 cespo di broccoli
1 formaggino
3 sottilette
1/2 cucchiaino di paprica dolce
1 cucchiaio di maizena
200 ml di latte
sale, olio

Ricavate dal broccolo i ciuffetti, lavateli e lessateli in acqua bollente e salata secondo la cottura desiderata. Io li lascio cuocere per una decina di minuti per lasciarli un pochino al dente. Scolateli e nel frattempo preparate in un tegamino la besciamella light, ma seguendo queste dosi per il latte e la maizena. Quindi incorporate la paprica, i broccoli, e il formaggino. Rimestate finchè non sarà ben sciolto. Aggiungete le sottilette e aspettate che fondano a fuoco bassissimo, rigirate per far insaporire il tutto e servite ben caldi i broccoli fila e fondi.


sabato 2 novembre 2013

MAIONESE

Cosa proporvi oggi? Magari un'altra ricetta base, la regina di tutte le salse, ciò che serve con poco per arricchire e condire verdure, ortaggi, carni e pesce, o anche semplicemente un panino. Io l'adopero  anche e soprattutto per le decorazioni di altri piatti, come per esempio i pomodori ripieni e crostone. Parliamo della maionese. Oggi vi fornisco la ricetta base, ma vi prometto presto la pubblicazione di post con varianti personalmente ideate e testate, molto originali. Io uso farla in modo molto sbrigativo, con il frullino ad immersione e così non mi è mai capitato che "impazzisse". Se comunque vi dovesse succedere, esistono un paio di trucchetti per mettere una toppa e non buttare via tutto. Vi potrebbe per esempio capitare che la salsa non assorba più l'olio e che raggrumi. A questo punto potete aggiungere una presa di sale oppure un cucchiaino di aceto o di acqua. Ma se ciò non dovesse bastare potete mettere in un'altra terrina un'altro tuorlo e sbatterlo, aggiungendo poco alla volta la maionese impazzita. Altro sistema di recupero consiste nel montare a neve ben ferma un albume, e nell'incorporarlo alla maionese venuta male sbattendo a gran velocità, finché non si otterrà la salsa ben liscia e compatta.

2 tuorli
1 bicchiere di olio d'oliva
1/2 limone
sale

Ponete i tuorli in un recipiente stretto e alto e con il frullino ad immersione iniziate a frullarli. Aggiungete a filo l'olio sempre mescolando. Quando la maionese tende ad addensarsi aggiungete piano il succo del limone ed una presa di sale. Il gioco è fatto, la vostra maionese è pronta!


martedì 29 ottobre 2013

MARMELLATA DI MIRTILLI CON NOCCIOLE E COCCO

Siete curiosi di sapere com'è nata la mia marmellata di mirtilli con nocciole e cocco? Alla fine del mese di agosto ho avuto l'enorme piacere di fare una passeggiata nel parco nazionale delle foreste casentinesi, sull'appennino a cavallo fra la toscana e l'emilia. Scorazzando con la mia dolcissima akita Shichi nei sentieri dei boschi di faggio indovinate cos'ho trovato? Degli arbusti di mirtillo, pronti per la raccolta! E il mio "istinto saccheggiatore" cosa poteva suggerirmi se non un rapido recupero del prezioso bene? Detto fatto, ecco appropriatami di una cospicua quantità di mirtilli pronti per essere utilizzati in qualche mio manicaretto. Tornata a casa, con mia enorme soddisfazione e orgogliosa del mio bottino, decido di fare una bella marmellata, ma non la solita monofrutto, avevo voglia d'inventarmi qualcosa di particolare. Allora apro la dispensa e sbircio attentamente tra i rimasugli di altre preparazioni. Ebbene si, la maggior parte delle mie ricette nasce proprio così: un ingrediente principale, l'osservazione delle rimanenti risorse alternative, l'immaginazione di cosa potrebbe nascere dal loro mix, la preparazione, la prova "povero marito", la pubblicazione sul mio amato blog. Vi assicuro, la marmellata di mirtilli con nocciole e cocco è venuta davvero bene!

1 k di mirtilli
100 g di nocciole tritate
50 g di cocco
600 g di zucchero
1 bicchiere di vino rosso frizzante

Versate tutti gli ingredienti in una pentola e lasciate in infusione per un paio d'ore. Portate a leggero bollore e cuocete il composto per circa 20 minuti, a fiamma dolce e rigirando continuamente. Invasettate, chiudete ermeticamente e sterilizzate a bagnomaria per 20 minuti. La vostra marmellata di mirtilli con nocciole e cocco è pronta per allietare la colazione.


venerdì 25 ottobre 2013

PASTA E CECI ALLA TREVISANA

Rovistando fra le tradizioni culinarie regionali ho scovato questa buonissima ricetta: la pasta e ceci alla trevisana, un piatto delizioso e sostanzioso realizzato con lo speck e la verza. Se non acquistati in scatola precotti, i ceci secchi hanno un tempo di preparazione abbastanza lungo, in quanto richiedono un ammollo di circa 12-18 ore, durante il quale praticamente raddoppiano il loro volume. Poi vanno bolliti preferibilmente in terracotta a fuoco lento per circa 3 ore, e la cottura deve iniziare in acqua fredda e portata avanti con il coperchio. Altro importante trucchetto: è necessario salare solo a fine preparazione, per evitare che la buccia rimanga dura. Ecco, questo è il top per la fattura dei ceci, ma se non avete tempo, vi consiglio vivamente l'uso della magica pentola a pressione: li mettete a mollo la notte prima di andare a dormire e li cucinate il giorno dopo, portando a pressione a fuoco vivo e continuando dopo il sibilo per altri 20 minuti a fuoco dolce. Quelli precotti... buoni, si, ma non li ho fatti io... Per 4 persone:

300 g di pasta mischiata
100 g di verza
250 g di ceci lessati
100 g di speck
2 bustine di zafferano
1 spicchio d'aglio
2 mestoli di brodo di verdure
1 rametto di rosmarino
olio, sale, pepe nero

Riducete in striscioline la verza e tagliate a dadini lo speck. Fate insaporire per 3 minuti i ceci in olio caldo con l'aglio e il rosmarino. Prelevate poco meno della metà dei ceci e frullateli a crema insieme ad un mestolino di brodo caldo in cui avrete stemperato lo zafferano. Unite a quelli rimasti in padella la verza e lo speck e fate rosolare per un paio di minuti. Eliminate l'aglio, bagnate con un mestolino di brodo e procedete la cottura per 15 minuti, girando ogni tanto. Salate e pepate. Unite la crema di ceci, amalgamate e se il sugo vi sembra troppo denso,bagnate con un pò di brodo caldo. Cuocete la pasta, scolatela e fatela saltare in padella insieme a tutto il resto. A questo punto non vi resta che servire la pasta e ceci alla trevisana ben calda.



mercoledì 23 ottobre 2013

MELANZANE IN CARROZZA

Le melanzane in carrozza sono una mia invenzione, ispirata dalla più famosa mozzarella in carrozza, ma, come al mio solito, in una versione più leggera, dunque non fritta ma al forno. Le melanzane, anche se ci accompagnano tutto l'anno, sono le regine dei mesi caldi. E siccome la natura ricorre sempre in nostro aiuto, soprattutto nel mese di agosto, quando si ha il massimo della sua maturazione, è vivamente consigliato il consumo della melanzana perché è ricchissima di potassio, e con la sudorazione tendiamo ad eliminare molti sali minerali, il potassio in particolar modo. Essendo un ortaggio molto versatile, la melanzana si presta a numerose preparazioni diverse; io mi diverto molto a sperimentare nuove ricette impanandola e friggendola, grigliandola, al forno, impiegandola nella preparazione della pasta e conservandola sott'olio. Per 4 persone:

200 g di mozzarella
8 fette di pancarrè
1 melanzana
4 cucchiai di salsa di pomodoro
100 di pangrattato
2 uova
2 cucchiai di latte
olio, sale, pepe nero, basilico

Ricavate dalla melanzana 8 fette nel senso della larghezza e grigliatele per un paio di minuti per lato. Tagliate le mozzarelle in 4 fette spesse, fatele sgocciolare e asciugatele molto bene tamponandole con carta da cucina. Prendete 4 fette di pancarrè e su ognuna sistemante in quest'ordine: 1 fetta di melanzana, 1 cucchiaio di salsa, qualche foglia di basilico, 1 fetta di mozzarella. Salate, pepate e continuate la "torre" con 1 fetta di melanzana, foglie di basilico, 1 fetta di pancarrè. In una ciotola sbattete le uova con il latte e una presa di sale e pepe. Ripassatevi i sandwich da entrambi i lati e fate lo stesso nel pangrattato. Adagiate le melanzane in carrozza in una placca e infornate a 200° per 10 minuti. Servitele dopo averle fatte riposare per 4 minuti a temperatura ambiente.


lunedì 21 ottobre 2013

BAVARESE AL KIWI

La bavarese al kiwi, un dessert morbido e fresco, particolarmente indicato per chi, come me, adora i dolci al cucchiaio. La bavarese rappresenta un classico della pasticceria, e la sua ricetta base si presta a numerose varianti, dalla frutta al cioccolato, dalla vaniglia al caffè. La sua consistenza è simile alla mousse o al classico budino. Le origini della bavarese sono francesi, anche se prende il nome dalla regione tedesca della Baviera. Vi consiglio di gustare la bavarese al kiwi con un vino moscato o il brachetto d'acquì, vi assicuro che ne esalterà il sapore. Per 6 persone:

500 g di kiwi
100 g di zucchero
250 g di panna fresca non zuccherata
250 g di latte intero
12 g di colla di pesce
1 limone

Ammollate la colla di pesce in acqua fredda per circa 10 minuti, scolatela e mettetela in un pentolino con il latte e la scorza del limone grattugiata a riscaldare. Fate attenzione, non deve bollire, lasciate cuocere a fuoco basso rigirando in continuazione e levate dalla fiamma quando sentite che la colla di pesce è completamente sciolta. Filtrate con un colino e lasciate raffreddare. Frullate i kiwi con lo zucchero e il succo del limone. Montate la panna ben soda e amalgamate tutti gli ingredienti (panna, crema di kiwi e latte). Ponete in uno stampo e lasciate riposare in frigo per almeno 6 ore. Servite la bavarese al kiwi ben fredda.



giovedì 17 ottobre 2013

TRECCE ALLA CONTADINA

Siete golosi dei sapori dell'orto? Allora ecco la ricetta giusta per voi: verdure di stagione per un piatto unico e delizioso: le trecce alla contadina. Questa pasta con peperoni, olive, pomodori e cipolla si sposa perfettamente col il sapore dell'acciuga, che impreziosisce il tutto. I miei carissimi amici vegetariani storcono un pochino il naso? Avete ragione! Allora provate a farla senza le acciughe, io l'ho cucinata in entrambe le versioni (purtroppo mio marito non è un fan sfegatato di questi fantastici pesciolini...), e vi assicuro che è gustosissima anche nella seconda variante, provare per credere... Per 4 persone:

400 g di pasta formato trecce
1 cipolla
1/2 peperone
15 pomodori ciliegini
8 olive nere
3 filetti di acciughe
1 spicchio d'aglio
pecorino grattugiato
origano, basilico, alloro
sale, pepe nero, olio

Tritate la cipolla e il peperone, rosolateli nell'olio con uno spicchio d'aglio e una foglia d'alloro. Aggiungete i pomodorini tagliati a metà, le olive, le acciughe a pezzettini, l'origano e il basilico. Salate, pepate e lasciate sobollire col coperchio fino alla cottura della pasta. Cuocete le trecce alla contadina  tenendole al dente, scolatele e fatele saltare in padella con il sugo. Spruzzate ulteriormente col pepe, del pecorino e servitele fumanti.


martedì 15 ottobre 2013

CARRE' DI MAIALE ALLE PRUGNE

Perché cucinare la solita e semplice bistecca di maiale? Guardate un pò che cosa si può fare con poco aggiungendo molto più gusto, sapore e un pizzico di stravaganza: il carrè di maiale alle prugne. Ma facciamo un pò di anatomia spicciola del suino. Il carrè è un particolare taglio del maiale che deriva dalla parte posteriore delle costole. Esso include tanto la polpa quanto le ossa. Il carrè viene anche chiamato "taglio Modena". Se la parte posteriore del carrè viene disossata si ottiene la lonza, da quella anteriore si ricavano le braciole. Per 6 persone:

1 k di carrè di maiale in un pezzo unico
400 g di prugne
6 scalogni
1 bicchiere di vino bianco
50 g di burro
olio, sale, pepe rosa, timo

Cospargete il carrè di maiale con il burro precedentemente ammollato, salatelo, pepatelo uniformemente e aromatizzatelo col timo. Mettete in una placca da forno 1 cucchiaio d'olio, disponetevi il carrè di maiale con gli spicchi di scalogno sbucciati. Infornate a 180° per 30 minuti, facendo ben rosolare la carne da tutti i lati. Bagnate con il vino bianco, aggiungete le prugne e proseguite la cottura per altri 30 minuti. Servite il carrè di maiale alle prugne ben caldo.



venerdì 11 ottobre 2013

PASTA FROLLA

Da tanto tempo diversi fra voi carissimi amici mi state chiedendo che ricetta utilizzo per una classica base che viene utilizzata per tantissime preparazioni dolci: la pasta frolla. In effetti è proprio vero, se ci pensiamo un attimo la pasta frolla viene impiegata nella fattura della crostata, dei biscotti, della pastiera, della sfogliatella frolla, delle torte salate, della sbrisolona, dei pasticciotti, della torta della nonna, della torta al semolino, addirittura dei timballi di pasta e di carne, e chi più ne ha più ne metta! Ma qual'è il segreto per far venire buona la pasta frolla? Indubbiamente vi consiglio di usare il miglior burro che trovate in commercio: burro di malga, di panna fresca, l'importante che sia di ottima qualità. Quest'ultimo deve essere lavorato a freddo, mai sciolto, a limite utilizzato a temperatura ambiente. La cosa migliore sarebbe impastare gli ingredienti in un mixer, il cui contenitore andrebbe tenuto in frigo per almeno 2 ore. Lavorare la pasta il meno possibile e prima di stenderla farla riposare in frigo per altre 2 ore (anche se l'ideale sarebbe farla assestare al fresco per una nottata). Ma passiamo alla ricetta:

500 g di farina
250 g di zucchero
250 g di burro
2 uova
1 limone

Impastate lo zucchero con il burro, come dicevamo prima a freddo, tutt'al più a temperatura ambiente. Se ne avete uno, vi consiglio di utilizzare un robot da cucina. Aggiungete la scorza del limone grattugiata e le uova. Una volta amalgamati gli ingredienti, incorporate velocemente la farina. Raccogliete a palla l'impasto e avvolgetelo nella pellicola. Ponete la pasta frolla in frigo prima di utilizzarla per almeno un paio d'ore.




sabato 5 ottobre 2013

FINOCCHI FILANTI

Era tanto, carissimi amici, che non vi proponevo un contorno... Probabilmente perchè, reduci dall'estate, si sa, le insalatone di pomodoro e di lattuga la fanno proprio da padrone... Ma ora, con l'inizio dell'autunno, ritorno molto più volentieri ai fornelli e ciò che voglio proporvi oggi sono i finocchi filanti, una ricetta davvero facile e veloce e al tempo stesso molto gustosa. Qualche curiosità sul finocchio: lo sapevate da cosa deriva il termine infinocchiare? Era fatto noto agli osti di un tempo che il sapore del finocchio coprisse eventuali difetti del vino, migliorandone addirittura l'aroma. Per cui erano soliti servirlo con un omaggio di biscotti al finocchio. Da qui il farsi infinocchiare! Per 2 persone:

2 finocchi
4 sottilette
olio, sale

Spaccate a metà i finocchi dall'alto in basso e eliminate la parte centrale dura. Separate ogni singola foglia, quindi lavatela. Mettetele in padella con acqua necessaria a coprire le foglie per metà. Salatele, coperchiatele e fate cuocere a fiamma viva per circa 20 minuti, rigirando il finocchio a metà cottura, fino a che l'acqua non sarà del tutto assorbita. A questo punto condite con un c di olio e lasciate rosolare per 5 minuti, aggiungete le sottilette e spegnete subito la fiamma. Lasciate riposare i finocchi filanti con il coperchio per 5 minuti prima di servirli.


giovedì 3 ottobre 2013

TARTE TATIN DI PRUGNE AL MIELE

La tarte tatin è un dolce tipico francese alle mele rigirato, in cui i frutti sono caramellati in burro e zucchero prima della cottura della torta. Oggi per voi golosoni la tarte tatin è presentata in questa mia variante di fine estate al miele e alle prugne, questi fantastici frutti ricchissimi di proprietà. Pare che facciano molto bene alla nostra pelle, rendendola sana e luminosa. Se si riuscisse a prendere la sana abitudine di consumarne 2-3 al giorno, se ne vedrebbero presto i benefici che il loro contenuto di minerali, vitamine e antiossidanti apporta. Possono essere consumate fresche o secche (nei periodi in cui non sono di stagione), entrambe contengono preziosi nutrienti che aiutano anzitutto ad eliminare le tossine, favorendo così una carnagione più pura, con meno punti neri e seborrea. In secondo luogo prevengono i danni causati dai radicali liberi. Per 8 persone:

Per la pasta:                                                         Per la torta:
250 g di farina                                                       10 prugne miste gialle e rosse
1 cucchiaio di zucchero                                         120 g di zucchero
100 g di burro                                                        50 g di burro
                                                                            1 cucchiaio di miele

Ponete tutti gli ingredienti della pasta in un mixer a velocità media, aggiungete poca acqua ghiacciata continuando a mescolare finché l'impasto si raccoglie in una palla. Avvolgetelo nella pellicola e mettetelo a riposare nel frigo per 1/2 ora. Nel frattempo preparate il caramello: versate lo zucchero in una padella con 2 cucchiai di acqua, girate e portate ad ebollizione, abbassate la fiamma e rimestate fino ad ottenere un liquido color ambra. Togliete dal fuoco e stemperatevi velocemente il miele e il burro. Versate il caramello così ottenuto in una tortiera rotonda del diametro di circa 23 cm. Tagliate le prugne a metà e disponetele a colori alternati sul caramello con la parte della polpa verso l'alto, facendo attenzione a riempire il più possibile gli spazi vuoti. Con un mattarello stendete la pasta dello stesso diametro della tortiera e sistematela sulle prugne in modo da coprirle tutte. Infornate a 200° per 30 minuti, finché la pasta non sarà ben dorata. Trascorso questo tempo lasciate riposare la tarte tatin di prugne al miele per 10 minuti, dopodiché capovolgetela su un piatto da portata. Può essere servita anche tiepida, magari accompagnata da panna fresca montata o gelato alla crema.




martedì 1 ottobre 2013

MATTONELLA VEGETARIANA

La ricetta di oggi è un leggero antipasto, la mattonella vegetariana, a base di melanzane, zucchine e ricotta, che sarà di sicuro piacimento per i vegetariani, ma non solo. E poi la presenza delle spezie regine della tavola: l'erba cipollina, il prezzemolo il basilico... quanti profumi! A proposito, sapete come chiamano a Napoli il basilico? "Vasenicola". In realtà dietro questo nome c'è una romantica storia d'amore: c'era una volta una bellissima ragazza che viveva con 3 fratelli arricchitisi dopo la morte del padre. La giovane si innamorò di un ragazzo, Nicola, che lavorava per i fratelli. I 3, venuti a sapere dell'amore di lei nei confronti di Nicola, non erano assolutamente d'accordo, per la differenza di classe sociale. Fu così che un giorno decisero di portarlo fuori città e lo uccisero, sotterrando il suo corpo. La ragazza, ignara, era affranta dal dolore. Così una notte, in sogno, le apparve Nicola che le rivelò il segreto e le indicò il posto in cui era stato sepolto. La ragazza si recò nel luogo indicatole e trovò il corpo dell'amato. Sapendo di non potergli dare una degna sepoltura prese un coltello, gli tagliò la testa, se la portò a casa, e la piantò in un vaso. Ogni giorno la giovane pianse sul vaso, annaffiandolo con le sue lacrime. Ed ecco che in primavera spuntarono le prime foglioline, che in estate diventarono una piantina alta e robusta, dalla fragranza inebriante. La ragazza la chiamò "vasenicola": vaso di Nicola, esattamente la traduzione in napoletano di basilico. Da allora, il profumo del basilico rappresenta l'amore della gioventù. Per 6 persone:

2 melanzane
4 zucchine
400 g di ricotta
3 cucchiai di pecorino grattugiato
6 uova
1 cucchiaio di basilico tritato
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di erba cipollina tritata
sale, pepe bianco

Grigliate le verdure. Lavorate la ricotta con una frusta, aggiungete il formaggio, le uova, le erbe aromatiche, il sale e il pepe. Foderate uno stampo da plum cake con la carta forno bagnata e strizzata, versate sul fondo un mestolino della crema e uno strato di zucchine, uno di crema e uno di melanzane. Procedere a strati di crema e verdure fino ad esaurimento degli ingredienti. Infornate a 200° per 1 ora. Ovviamente, se si usano stampi più piccoli, basterà un tempo di cottura minore. Una volta sfornata, è preferibile servire la mattonella vegetariana tiepida o, meglio, fredda.





sabato 28 settembre 2013

INSALATA DI PASTA TONNO E AVOCADO

Siete grandi estimatori dell'avocado tanto da volerlo cucinare in tutte le salse? Allora per voi oggi ho preparato l'insalata di pasta tonno e avocado, una ricetta fresca, estiva e veloce. L'avocado, che strana pietanza, tecnicamente da definire un frutto, anche se il suo sapore decisamente non zuccherino non lo farebbe sembrare tale! Ma le sue proprietà nutritive non hanno paragoni: basti pensare che fornisce più proteine del latte vaccino e che contiene tutti e 18 gli amminoacidi essenziali. E' costituito per il 15% da proteine e per l'80% da grassi salubri (inclusi l'omega 3 e l'omega 6). Questi grassi salubri sono utili all'organismo da utilizzare come riserva energetica, ottimi per la costruzione cellulare ed aiutano ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue. Gli amici diabetici ne dovrebbero mangiare 2-3 al giorno. Per 4 persone:

300 g di pasta grossa
1 avocado
2 pomodori
150 g di tonno
1 piccola cipolla di Tropea (o rossa)
1 limone
origano, sale, olio, pepe nero

Cuocete la pasta e fatela raffreddare, trasferitela in una ciotola e conditela con un c di olio per non farla attaccare, rigiratela. Sbucciate l'avocado e tagliatelo a dadini, irroratelo con il succo del limone affinché non annerisca. Tagliate i pomodori a cubetti, salateli leggermente e uniteli alla pasta. Affettate la cipolla a rondelline sottili. Sgocciolate il tonno e riducetelo in pezzetti, quindi unite il tutto alla pasta, avocado compreso. Condite con 2-3 cucchiai di olio, una spolverata di pepe nero e di origano. Servite l'insalata di pasta tonno e avocado ben fredda.




giovedì 26 settembre 2013

ARISTA ALLE MELANZANE IN CARROZZA

Se vi va di mangiare un secondo di carne goloso, oggi vi propongo un pezzo del maiale molto gustoso: l'arista, arricchito dal sapore della melanzana, il tutto in carrozza. Completa il piatto la presenza della farcitura con l'emmental. Tutti sappiamo che è il famosissimo formaggio svizzero dal sapore dolce. La sua caratteristica principale è rappresentata dai grandi buchi dovute a sacche di gas di anidride carbonica che si formano durante la fase di maturazione, per la fermentazione dell'acido propionico, che è il responsabile anche del caratteristico odore e aroma. Per 4 persone:

2 melanzane
12 fette di arista
12 fette di emmental
1 uovo
100 g di pangrattato
sale, olio di semi

Appiattite leggermente le fette di arista con un batticarne e salatele. Lavate le melanzane e tagliate anch'esse a fettine nel senso longitudinale, insaporitele con un pizzico di sale. Disponete su ciascuna melanzana una fettina di arista e una di emmental. Avvolgetela su se stessa, fermate il tutto con uno stuzzicadenti confezionando così degli involtini. Quindi passatela nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Friggetele in olio bollente fino a che non saranno dorate. Sgocciolate l'arista alle melanzane in carrozza e servitela ancora calda.



martedì 24 settembre 2013

BESCIAMELLA LIGHT

Potevate immaginate di condire un piatto, magari già pesante di per sé, con della besciamella light? Ma questa ricettina di oggi è davvero senza grassi, una besciamella senza burro e senza olio, che promette lo stesso risultato di quella classica. Quindi potrete usarla per imbottire pietanze come la pasta al forno, la lasagna, la moussaka, altre paste ripiene e numerosi contorni, alleggerendoli in modo sostanziale e, vi garantisco, senza nulla togliere al sapore. Ma da dove ha origine la famosa besciamella? Ovviamente dalla Francia, dove il cortigiano Louis De Bechamel, nel XVII secolo, la propose pare per la prima volta. Fu poi un cuoco di re Luigi XIV, tale Francois Pierre De La Varenne, a darle il nome besciamella e ad inserirla nel suo libro di cucina "le cusinier françois". Per 1 litro di besciamella:

1 l di latte
2 cucchiai di maizena
sale, pepe nero, noce moscata

Versate in una pentola i due cucchiai di maizena e piano piano diluiteli con il latte, sempre mescolando. Non vi preoccupate, non farà grumi (cosa che succede quasi sempre con la ricetta classica della besciamella!!!). Aggiustate di sale e aggiungete a vostro piacimento il pepe nero e la noce moscata. Sempre mescolando il composto cuocetelo a fiamma dolce, portate fuori dal fuoco la besciamella non appena inizia a sobollire.







lunedì 23 settembre 2013

SORPRESONA, UN PREMIO!

Il primo giorno d'autunno è arrivato bussando alla porta del mio blog con una graditissima sorpresa: un premio, "the Versatile Blogger award", pensato per me da Cecilia del blog Frizzi & Pasticci http://cecieviola.blogspot.it (che ringrazio infinitamente). Vi consiglio anche di visitarlo perché è fatto davvero molto bene.


Le regole per accettare questo premio sono:
- mostrare il logo dell'award sul proprio blog,
- ringraziare il blogger che ti ha nominato,
- nominare altri 15 blog,
- mettere il link dei tuoi nominati nel tuo post e informarli del premio con un commento,
- scrivere 7 cose su di te.

Le 7 cose su di me sono:
- ho una laurea in statistica e una passione per la cucina,
- preferisco il dolce al salato, anzi sono proprio una supergolosa,
- adoro mio marito,
- mi piace sentire l'ululato di Shichifukujin (la mia dolcissima akita inu) quando ritorno a casa,
- sono sempre impegnata in qualcosa,
- mio marito mi definisce intelligente, ostinata e dice che ho il sorriso più bello del mondo,
- sono legatissima alla mia famiglia.

Nomino i seguenti blog:
- http://thelunchgirls.blogspot.it/
- http://cocinaconvistas..es/
- http://mariposasenmicocina.blogspot.it/
- http://ipasticcidifrollo.blogspot.it/
- http://cuoredizucchero.blogspot.it/
- http://paneeolio.blogspot.it/
- http://curiosandoincucina.blogspot.it/
- http://www.minibonbons.com/
- http://beatitudiniculinarie.blogspot.it/
- http://amiciallergici.blogspot.it/
- http://pentoleeallegria.blogspot.it/
- http://profumodicosesemplici.blogspot.it/
- http://ribesecannella.blogspot.it/
- http://cucinapensierieparole.it/index.php
- http://lapanciadellupo.blogspot.it/

venerdì 20 settembre 2013

GELATO DI MELA AL PROFUMO DI BASILICO

Un'ultimo brivido freddo prima dei dolci caldi autunnali e invernali? Perfetto, allora oggi vi propongo il gelato di mela al profumo di basilico. Potete avere in casa vostra tutto il gusto del gelato fatto artigianalmente con le vostre manine, anche se io consiglio sempre l'uso di una gelatiera: la ritengo un valido aiuto nella preparazione di sorbetti e gelati, perchè riduce i tempi di congelamento e, soprattutto, evita sprechi energetici legati al fatto di dover aprire e chiudere in continuazione il freezer. Attualmente in commercio ce ne sono a disposizione svariati modelli, con dimensioni, capacità, funzioni e prezzi capaci di soddisfare qualsiasi esigenza. Per 4 persone:

4 mele acidule (tipo Granny Smith)
100 ml di succo di mela
1 limone
1 mazzetto di basilico
125 g di zucchero
1 bustina di vanillina
150 g di panna da montare
50 g di ricotta

Sbucciate le mele e tagliatele a fettine, mettetele in una casseruola con il succo di mele, portate ad ebollizione e lasciate cuocere per 5 minuti; quindi lasciate raffreddare. Del basilico usate solo le foglioline, una volta lavate e tamponate con uno straccio, mettetele nel mix con le mele e il loro liquido di cottura, gli zuccheri, il succo e la scorza del limone. Frullate fino ad ottenere un composto omogeneo, aggiungete la ricotta e la panna precedentemente montata e amalgamate bene il tutto. Trasferite la ciotola in freezer, lasciate riposare il gelato di mela al profumo di basilico per almeno 4 ore, ricordandovi di rimestarlo ogni 10-15 minuti. Prima di servirlo, decorate ogni porzione con una fogliolina di basilico.


martedì 17 settembre 2013

PANZANELLA

Per noi fiorentini (ma ci tengo a precisare che io lo sono solo d'adozione, fiera calabrese di nascita), preparare e gustare la panzanella, soprattutto d'estate, è a dir poco un obbligo. Per i non toscani, sapete cos'è la panzanella? Ma si, è l'antichissimo piatto povero della tradizione toscana a base di pane raffermo. E oltre questo? La ricetta originale prevede la presenza di altri soli 3 elementi: il pomodoro, la cipolla ed il cetriolo. Semplice no? La provenienza del piatto non è del tutto chiara: secondo alcuni furono i contadini a proporla sulle proprie tavole per consumare avanzi di pane stantio, ammollato e riciclato con pochi poveri elementi dell'orto. C'è invece chi sostiene che fosse il pasto preferito dei marinai i quali, a bordo delle proprie navi, portavano pane indurito, che bagnavano poi con l'acqua del mare, qualche pomodoro ed ecco pronta l'antica panzanella. Nella mia versione ho aggiunto qualche altro ingrediente, ma è davvero eccezionale anche solo con pomodoro, cipolla e cetriolo. Per 4 persone:

200 g di pane toscano raffermo
10 pomodori datterini
1 cipolla di Tropea (o comunque rossa)
1 cetriolo
1 peperone verde piccolo
5-6 olive nere
qualche foglia di basilico
sale, olio, aceto

Tagliate grossolanamente il pane e ponetelo ad ammollare in una ciotola con acqua e 5 cucchiai di aceto. Una volta impregnato, strizzatelo e sbriciolatelo. In una ciotola a parte mettete tutti gli altri ingredienti tagliati a pezzi. Conditeli con una presa di sale, l'olio, qualche foglia di basilico e rimestate. Aggiungete le briciole di pane ammollato e mescolate fino a quando questo non avrà assorbito perfettamente il condimento. Ponete la panzanella in frigo e lasciatela riposare almeno un paio d'ore prima di servirla.