venerdì 26 luglio 2013

PASTA FREDDA ALLA RICOTTA

La pasta fredda alla ricotta è un saporito piatto unico, ricco di sostanza ma allo stesso tempo fresco e leggero, molto semplice e veloce da realizzare. Anzitutto mi preme sfatare il mito della ricotta = formaggio grasso: non è vero! Questo perché viene prodotta con il siero e non con il caglio. Dopo la cagliata si ottiene il siero, che è ancora ricchissimo di sali minerali, proteine e poco grasso. Quindi, portato ad alta temperatura, da origine alla ricotta. Esistono in commercio 4 tipi di ricotta diverse: quella di mucca, di pecora, di capra e, un po più difficile da trovare, quella di bufala. Differiscono fra loro per il contenuto di grassi e proteine. Infatti quella di pecora è la più grassa (22%), segue quella di pecora (18%) poi quella di bufala (17%) e infine quella di mucca (5%), che però presenta la più alta percentuale di proteine rispetto alle altre (19%). In ogni caso, qualunque sia la vostra scelta, non dovrebbe mai mancare nell'alimentazione, perché solo una porzione di ricotta fornisce metà del fabbisogno giornaliero di calcio per un adulto e risulta, nel contempo, altamente digeribile. Per 4 persone:

200 g di pasta
200 g di ricotta fresca
2 grossi pomodori insalataro
2 grosse manciate di olive verdi
1 rametto di basilico
sale, olio

Preparate la pasta e scolatela, lasciatela da parte a raffreddare. Tagliate a cubetti i pomodori, snocciolate le olive, riducete a pezzetti il basilico, regolate di sale e olio e rigirate il tutto. Aggiungete la pasta e infine la ricotta, lasciandone da parte un pochino per la decorazione. Mescolate e ponete in frigo. Prima di servire la pasta fredda alla ricotta decorate ogni piatto con dei ciuffetti di basilico e dei fiocchi di ricotta.



domenica 21 luglio 2013

INSALATA DI TACCHINO

Con queste giornate calde passa davvero la voglia di cucinare, me lo immagino, ed è sempre più piacevole riscoprire in tavola sapori freschi, non troppo elaborati e leggeri. Tutto ciò lo ritrovate nell'insalata di tacchino, una ricetta tipicamente estiva, semplice e veloce; soprattutto cucita addosso a chi è a dieta o vuole mantenersi leggero senza rinunciare alla sostanza ed al gusto. Infatti, la carne di tacchino, pur avendo un contenuto proteico elevato, privata della pelle risulta essere particolarmente magra (ha solo dall'1 al 3% di grassi). Inoltre risulta molto digeribile grazie alle caratteristiche del suo tessuto muscolare e alla sua composizione in aminoacidi. Per 6 persone:

2 cosciotti di tacchino
2 carote
2 pomodori insalataro
una ricca manciata di olive verdi
olio, sale

Ponete i cosciotti di tacchino a fuoco alto nella pentola a pressione, quando sentirete il sibilo abbassate la fiamma e lasciate cuocere per 20 minuti. Una volta lessati lasciateli raffreddare e privateli della pelle. Il brodo che ne ricaverete potrete conservarlo per un'altra preparazione. A parte snocciolate le olive, tagliate a rondelle le carote e a cubetti il pomodoro, sfilettate i cosciotti di tacchino e mescolate tutto insieme, condendo con sale e olio. Ponete in frigo l'insalata di tacchino e servitela in tavola ben fredda.


martedì 16 luglio 2013

INSALATA DI PERE GRIGLIATE

Per gli amanti dei piatti unici ecco a voi la freschissima insalata di pere grigliate. In circa un quarto d'ora sarete in grado di portare in tavola una pietanza gustosa e particolare al tempo tesso, ricca e leggera, capace di soddisfare i palati più esigenti, anche quelli dei nostri amici vegetariani. Ma prima di presentarvi la ricetta dell'insalata di pere grigliate vorrei spendere due parole su uno degli ingredienti del piatto: il radicchio rosso. La sua caratteristica principale è che possiede un alto quantitativo di acqua (il 93%!!!) quindi, se consumato fresco, ha ottime capacità depurative. I più recenti studi, effettuati presso l'università di Urbino, hanno dimostrato la maggior presenza di antiossidanti nel radicchio rosso rispetto all'uva passa e al mirtillo, come si credeva fino a poco tempo fa. Dunque, un regolare consumo di quest'ortaggio rallenta l'invecchiamento cellulare. Un'ultima ma importantissima proprietà del radicchio rosso è che riesce a trattenere gli zuccheri nel sangue, quindi se ne consiglia vivamente il consumo ai soggetti affetti da diabete di tipo 2. Per 6 persone:

3 pere non troppo mature
300 g di radicchio rosso
1 cespo d'insalata riccia
100 g di gorgonzola piccante
50 g di gherigli di noci
sale, olio, aceto bianco

Lavate le pere e tagliatele in 8 spicchi, senza sbucciarle ed eliminando la parte legnosa centrale. Grigliate gli spicchi da entrambi i lati su una piastra ben calda e teneteli da parte. Lavate l'insalata e il radicchio e asciugateli. Tagliuzzate l'insalata e distribuitela sul fondo di 6 ciotole capienti individuali. Riducete il radicchio a listarelle sottili e aggiungetelo alle ciotole insieme alle fette di pera grigliata, i gherigli di noci e il gorgonzola tagliato a cubetti. Emulsionate l'olio, l'aceto con pochissimo sale e servite l'insalata di pere grigliate con questo condimento.


sabato 13 luglio 2013

TRAMEZZINI ALLE PRUGNE SECCHE E BRESAOLA

Se volete stupire a tavola con un'insolita ricetta agrodolce, allora potete tranquillamente proporre i tramezzini alle prugne secche e bresaola. Troverete fra gli ingredienti il rafano, che, per chi non lo sapesse, è una pianta aromatica nota anche sotto il nome "cren" o "barbaforte". Principalmente viene coltivato per la sua radice, dalla quale si ricava la salsa cren (o salsa di rafano), che si ottiene semplicemente aggiungendo aceto e pangrattato alla stessa radice grattugiata. Non è apprezzata da molti perché il suo sapore è decisamente acre e acidulo, un po forte, ma in questa preparazione è davvero apprezzabile. Per 6 persone:

4 fette di pane per tramezzini
4 cucchiai di maionese
1 cucchiaino di salsa di rafano
100 g di bresaola
12 prugne secche snocciolate
1 bicchierino di Porto

Mettete le prugne secche snocciolate ad ammorbidire in una ciotola, coperte a filo con il Porto e poca acqua tiepida. Mescolate la maionese con la salsa di rafano e spalmate il composto uniformemente su 2 fette di pane per tramezzini, richiudete con le altre 2 fette e premete leggermente con le mani. Tagliate le fette a metà nel senso nel senso della lunghezza e poi dividete a metà in diagonale i 2 quadrati ottenuti, in modo da ricavare da ciascuna fetta 4 triangolini uguali. Sgocciolate le prugne dalla marinata al Porto. Disponete su ogni tramezzino una fettina di bresaola arrotolata a fiore con una prugna nel mezzo. Infilzate ogni sandwich con uno stuzzicadenti e ponete in frigo i vostri tramezzini alle prugne secche e bresaola, fino al momento di servirli.


mercoledì 10 luglio 2013

CREMA DI NOCCIOLE

Pronti a leccarvi i baffi? Per voi oggi la golosissima ricetta della crema di nocciole fatta in casa, ottima da spalmare sul pane, deliziosa per farcire torte, cannoli o bignè. Semplicissima e veloce da preparare, può essere tranquillamente conservata in frigo in un barattolino di vetro, anche per una ventina di giorni. Ma parliamo un po della nocciola, che frutto straordinario: ricchissimo di grassi, essi sono capaci di combattere il "colesterolo cattivo". E poi quante fantastiche leggende la circondano! Infatti sin dal lontano medioevo si credeva che legarsi al collo un guscio di nocciola contenente un ragno potesse essere la cura per l'epilessia. Ancora, un ramo del frutto, tagliato con un coltello mai usato, servisse ai maghi per evocare i morti. Oggigiorno gli stessi rabdomanti usano il ramo di nocciolo per individuare le sorgenti d'acqua.

120 g di nocciole
200 g di cioccolato fondente
100 g di zucchero
140 g di burro
140 ml di latte

Frullate le nocciole nel mixer, aggiungete lo zucchero e il cioccolato spezzettato. Aggiungete tutti gli altri ingredienti e cuocete a bagnomaria per 10 minuti, mescolando in continuazione fino ad ottenere una crema. Lasciate raffreddare e mettete la vostra crema di nocciole in un barattolino in frigo.


lunedì 8 luglio 2013

MOSCARDINI ALLA BIETOLA

La ricetta dei moscardini alla bietola necessita di una doverosa premessa. Generalmente si fa molta confusione fra moscardino, calamaro e polpo. La prima differenza che li fa contraddistinguere è il numero di tentacoli: moscardini e polpi ne hanno 8, i calamari 10. Inoltre, per distinguere definitivamente quelli che presentano la stessa caratteristica degli 8 tentacoli possiamo tranquillamente affermare che i polpi hanno 2 file di ventose, mentre i moscardini solo una. Si può riconoscerli anche per la loro dimensione: questi ultimi, infatti, possono raggiungere il peso massimo di 700 g mentre i polpi arrivano anche a 6-7 K. Una curiosità utile da sapere quando si va in pescheria: fate molta attenzione perché potrebbero tentare di vendervi anziché il polpo la cosiddetta polpessa, molto meno saporita, più stoppacciosa, e non è assolutamente la femmina del polpo. Per distinguerli basta nuovamente controllare le ventose, che nel polpo, come abbiamo detto, sono 2 file, che devono essere perfettamente simmetriche. Per 4 persone:

700 g di moscardini
500 g di bietole
1 bicchiere di vino bianco
2 cucchiai di salsa di pomodoro
1 mazzetto di basilico
1 limone
sale, pepe nero, olio

Pulite le bietole, eliminando le parti dure e i fili dei gambi, lavatele e scottatele in acqua bollente salata; scolatele e lasciatele raffreddare. Nel frattempo pulite accuratamente i moscardini, lavateli e divideteli in pezzi. Metteteli in un tegame con l'olio, regolando di sale e pepe. Fate insaporire per qualche minuto e unite le bietole strizzate e tagliuzzate, insieme al vino bianco. Lasciate evaporare; diluite la salsa di pomodoro in 1/2 bicchiere di acqua tiepida e versatela nel recipiente. Cospargete di basilico tritato e con il succo di limone. Lasciate restringere il tutto a fuoco dolce per 25-30 minuti. Trascorso tale tempo, disponete i moscardini alla bietola su un piatto di portata e servite.



giovedì 4 luglio 2013

GRANITA DI MELONE BIANCO

Finalmente un po di calduccino, allora corriamo subito al riparo cercando di rinfrescarci come meglio possiamo, e perché no, dando soddisfazione anche al palato! Dunque ecco a voi una semplicissima ricetta della granita di melone bianco, dalla tradizione siciliana una rinfrescante leccornia arricchita da un favoloso frutto di stagione: il melone bianco. La granita, come dicevo, è un tipico dessert freddo siciliano, e le sue origini vengono fatte risalire alla dominazione araba. Gli arabi, infatti, importarono la ricetta dello sherbet, una bibita ghiacciata a base di frutta o acqua di rose. Dal canto loro, i siciliani prelevavano il ghiaccio sulla cima dell'Etna, lo conservavano in grotte e lo grattugiavano per preparare la granita, aggiungendo succhi e aromi. Per 4 persone:

100 g di zucchero semolato fine
500 g di polpa di melone bianco
100 ml di acqua minerale naturale
4 fettine di melone bianco

Portate ad ebollizione l'acqua con lo zucchero per farlo sciogliere, abbassate la fiamma e lasciate sobollire per 1-2 minuti. Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare lo sciroppo. Tagliate la polpa di melone a cubetti, versatela nel mixer e riducetelo in purea. Mescolate quest'ultima con lo sciroppo freddo e travasate in una vaschetta che porrete in freezer per 4 ore, avendo cura di mescolare con una frusta ogni 30 minuti. Presentate la granita decorata con delle sottili fettine di melone. Se volete dare un tocco in più alla granita di melone bianco, prima di servirla, potete aggiungere della vodka oppure del Calvados e qualche fogliolina di menta peperita.


martedì 2 luglio 2013

MOUSSAKA

Questa deliziosa pietanza deriva dalla cucina greca. Ho il piacere di riproporvi la moussaka, in una mia interpretazione personale in cui sostituisco uno degli ingredienti (la carne di montone) con il ben più noto trito di suino. Come al solito evito la frittura, proponendovi una versione più light. La moussaka può comunque essere paragonata alla nostra lasagna, anche se non contiene la pasta. Tradotto dal libanese, con il termine moussaka si indica la denominazione "piatto freddo". E già, dal libanese, proprio perchè si ritiene che questo piatto sia stato importato in grecia dalle popolazioni arabe. Proprio per questo motivo esistono numerose varianti alla ricetta tradizionale (con le zucchine, l'aggiunta di uvetta passa piuttosto che l'uso di numerose spezie). Per 6 persone:

1k di melanzane
600 g di patate
500 g di tritato di maiale
1/2 bicchiere di vino rosso
1 costa di sedano
1 carota
1 cipolla
250 g di passata di pomodoro
250 g di besciamella
150 g di parmigiano grattugiato misto a pecorino
sale, olio, pepe nero

Tagliate a fettine di circa 1 cm sia le patate che le melanzane e bollite in acqua salata per 10 minuti le prime. Scolatele e mettetele da parte. Le melanzane, invece, vanno arrostite in padella, ma se desiderate seguire la ricetta tradizionale (come dicevo prima molto più pesante!) friggete tanto le patate quanto le melanzane. In una padella fate rosolare sedano, carota e cipolla tagliate finemente in poco olio. Una volta appassiti, unite il tritato, lasciate imbrunire e sfumate con il vino, quindi aggiungete la passata di pomodoro. Cuocete a fuoco lento per circa 40 minuti, regolando di sale e pepe. Una volta preparati tutti gli ingredienti potete procedere all'assemblaggio della vostra moussaka: cospargete con poco ragù una pirofila da forno, formate un primo strato con le melanzane, disponetevi sopra le patate, versatevi su il rimanente sugo, ricoprite con la besciamella e spolverate abbondantemente dei due formaggi grattugiati. Ponete in forno a 200° per circa 20 minuti. Servite calda, anche se la vostra moussaka sarà deliziosa anche fredda il giorno dopo.