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venerdì 14 novembre 2014

IMPEPEATA DI COZZE

L'impepata di cozze è una pietanza tipica dei ristoranti, ma è facilissima e veloce da realizzare anche a casa. Pochissimi ingredienti danno a questo antipasto tutta la ricchezza e la pienezza del sapore di mare a tutto tondo. L'unica seccatura, lo confesso, è la pulitura delle cozze, operazione un po' lunga e noiosa, ma dopo potrete procedere più velocemente e di sicuro sarete ripagati dello sforzo quando gusterete a tacola la vostra impepata di cozze. Questo delizioso mollusco è per fortuna reperibile tutto l'anno, ma i mesi migliori per consumare le cozze sono maggio, giugno, luglio e agosto. Sono molto delicate e di conseguenza facilmente deperibili, è dunque vivamente consigliato consumarle al massimo il giorno dopo l'acquisto. E' buona norma conservare le cozze, in questo caso, in frigo nella parte meno fredda avvolte ancora nella loro retina, che le tiene ben strette inpedendone l'apertura. In questo modo le cozze riescono a mantenere al loro interno il liquido che permette loro di sopravvivere. Ma come si procede alla pulizia delle cozze? Per facilitarvi la vita vi consiglio di procurarvi una retina metallica e un coltello affilato a lama liscia. La prima operazione da effettuare è scartare tutte le cozze già aperte perché, come dicevo prima, sono già morte.
In seconda battuta bisogna eliminare il bisso, che è quel filamento che esce lateralmente dalla cozza. Ma attenzine, non va tagliato, altrimenti ne mangerete la metà, e non credo che sia così buono! Quindi afferrate la cozza come nell'immagine, stringete il bisso fra due dita e lasciatelo scivolare fino all'estremità inferiore della cozza, laddove di staccherà da solo. Sembra difficile, ma è più facile a farsi che a dirsi. A questo punto eliminate con il coltello le eventuali incrostazioni che di soliro sono bianche e di forma allungata o circolare. Quindi strofinate energicamente la cozza con la retina metallica e passatela sotto l'acqua corrente. Il gioco è fatto, siamo pronti per cucinare la nostra impepata di cozze. Per 2 persone:

500 g di cozze
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino
1 ciuffo abbondante di prezzemolo
1/2 bicchiere di vino bianco
pepe nero abbondante
2 cucchiai d'olio

Una volta pulite le cozze mettetele in un tegame, copritelo e con la fiamma al massimo rigirate spesso le cozze, fino a quando non si saranno aperte tutte. A questo punto trasferitele in una ciotola con un mestolo forato.
Questa operazione vi permetterà di recuperare il liquido che le cozze hanno al loro interno e che avranno rilasciato aprendosi. Prendete un bicchiere e adagiate su di esso un tovagliolino di carta. Questo vi servirà per filtrare il liquido delle cozze, che terrete da parte.
Nel frattempo tritate il prezzemolo, l'aglio e, se lo gradite, un peperoncino. Mettete il battuto in tegame con l'olio e lasciate soffriggere per circa 5 minuti. Ora potete aggiungere il vino bianco e il liquido delle cozze. Rigirate velocemente e incorporate le cozze. Spolverate abbondantemente di pepe nero e rimestate in continuazione col fuoco al massimo, in modo tale che le cozze s'impregnino bene di tutti i sapori. Eseguite quest'operazione per circa 3 minuti quindi toglietele dal fuuoco e mettetele su un piatto da portata. Prima di servire in tavola l'impepata di cozze, cospargetela con altro prezzemolo tritato. Potete accompagnarla anche con dei crostoni di pane grigliati.







venerdì 24 ottobre 2014

CROSTINI FANTASIA DI COLORI

Dovete improvvisare un antipasto? I crostini fantasia di colori sono ciò che fa per voi: velocissimo da preparare, porterà allegria sulle vostre tavole con la varietà degli ingredienti che riuscirete a recuperare dal frigo e dalla dispensa. Io provo a suggerirvi qualcosa, ma date pure libero sfogo alla vostra fantasia e gusto! Il mio effetto cromatico l'ho ottenuto usando il prezzemolo, la paprica dolce, i semi di sesamo e quelli di senape. E' proprio quest'ultima che voglio descrivervi oggi. La senape, scientificamente detta "brassica nigra" o "sinapis", è una pianta erbacea molto diffusa in Europa, India e Sri Lanka,


i cui frutti sono piccole sfere brillanti dal colore rosso scuro o giallo paglierino. Nel primo caso sono piccoli e molto aromatici, nel secondo hanno una forma tondeggiante e risultano pungenti nel sapore. Se vengono pestati con un liquido acidulo, attivano un enzima che sprigiona quel caratteristico sapore pungente, tipico di questa spezia. Rinomato ingrediente di mostarde e salsine in Europa, in India si usa nell'olio caldo per insaporire le verdure e se ne ricava anche un ottimo olio alimentare. Per 2 persone:

8 crostini
250 g di stracchino (o altro formaggio cremoso)
1 ciuffo di prezzemolo
2 cucchiaini di semi di sesamo
2 cucchiaini di semi di senape
2 cucchiaini di paprica dolce

Tritate il prezzemolo, e dividete il formaggio in 4 coppette diverse. Aggiungete in ognuna di esse una spezia e mescolate. Spalmate il composto ottenuto di ogni coppetta su 2 crostini. Disponete i crostini fantasia di colori in un piatto da portata e servite in tavola.


venerdì 10 ottobre 2014

INVOLTINI DI PROSCIUTTO ALLA ZUCCHINA E CRESCENZA

Gli involtini di prosciutto alla zucchina e crescenza sono un fresco antipasto da preparare in anticipo. Anche se non rappresenta l'ingrediente principale della ricetta, mi piace ritornare a scrivere qualcosa sulla zucchina, ortaggio che io adoro per la sua dolcezza e per la sua versatilità in tutte le preparazioni. Per l'appunto può essere utilizzato dall'antipasto al dolce. Si, dico bene, un dolce fatto con la zucchina, che presto vi proporrò. Per fortuna è reperibile in commercio tutto l'anno, ma la sua stagione è l'estate. Infatti, volendo seguire il decorso naturale, la zucchina va piantata a maggio - giugno, quando la temperatura è al di sopra dei 20°, per poi essere raccolta un paio di mesi dopo. Essa arriva a raggiungere anche un metro di lunghezza, ma sviluppa al suo interno dei semi molto grossi che la rendono immangiabile. Zucchine di questa portata non si trovano in commercio, ma io ho la fortuna di averle nel mio frigo, e vi assicuro che sono eccellenti, dolcissime, una volta eliminata la polpa interna piena di semoni. Per cui, quelle che dal supermercato arrivano sulle nostre tavole sono, di fatto, ortaggi ancora acerbi! E sempre parlando delle dimensioni della zucchina c'è da dire che qualche anno fa l'Italia, che ne è una grande produttrice, è entrata a far parte del Guinness dei Primati: in provincia di Ferrara è stata raccolta una zucchina che misurava 2 metri, la più lunga del mondo. Per 4 persone:

250 g di prosciutto cotto in fette
2 zucchine
1 cipolla
250 g di crescenza
1 rametto di menta
sale, olio

Mondate le zucchine e tagliatele a listarelle, riducete la cipolla a julienne e mettete tutto in padella con 1 cucchiaio d'olio e il sale. Coprite con un coperchio e cuocete a fiamma moderata per circa 15 minuti rigirando di tanto in tanto. Togliete le zucchine dal fuoco e spezzettate su di esse le foglioline di menta, rimestate e lasciate freddare. Nel frattempo sistemate su un tagliere le fette di prosciutto cotto e adagiate su di un lembo un cucchiaio di crescenza, di fianco un cucchiaio di zucchine e rigirate la fetta di prosciutto cotto su se stesso, in modo da formare l'involtino. Sistematelo sul piatto da portata. Procedete allo stesso modo fino all'esaurimento di tutti gli ingredienti. Gli involtini di prosciutto alla zucchina e crescenza sono comodissimi perché possono essere preparati il giorno prima di essere serviti in tavola, ben freschi.


sabato 13 settembre 2014

FOCACCIA ALLA ZUCCA

La focaccia alla zucca è soffice e colorata, ottima da proporre come antipasto o in un aperitivo sia calda che fredda. La zucca è un ottimo ortaggio con tante peculiarità della frutta, in quanto la maggior parte delle qualità risultano al palato molto zuccherine. Probabilmente una delle caratteristiche più apprezzate della zucca è il fatto che, pur essendo un alimento a bassissimo apporto calorico (solo 17 calorie ogni 100 grammi di prodotto) ha un alto potere saziante. La zucca è molto ricca della vitamina A, come d'altronde tutti gli alimenti color arancio. Il beneficio tratto dal nostro organismo di questo suo pregio è la rigenerazione cellulare e la formazione di nuovo tessuto epiteliale. Sempre per quanto riguarda la salute delle nostre cellule, l'elevata presenza di sodio fa in modo che esse vengano equilibrate a livello idrico. Inoltre è molto ricca di potassio, che rende la zucca un importante sintetizzatore di alcuni enzimi, nonché un facilitatore nella trasmissione degli impulsi nervosi. Che dire... come al solito madre natura porta la medicina sulle nostre tavole! Altro non c'è da fare che gustare i nostri golosi manicaretti. Per 6 persone:

350 g di zucca
350 g di farina
100 g di acqua
5-6 pomodorini
1 cubetto di lievito di birra
3 cucchiai d'olio
15 g di sale

Scaldate l'acqua in modo da renderla tiepida e discioglietevi il cubetto di lievito. Impastate con 100 g di farina e lasciate lievitare per 1 ora in un ciotola coperta con un canovaccio in un luogo riparato. Intanto cuocete la zucca in forno a 200° per 40 minuti o al microonde alla massima potenza per 10 minuti. Schiacciate la zucca e impastatela con l'altra farina, il sale e l'olio. Quindi aggiungete il panetto lievitato e ammassate per benino, lasciatelo lievitare ancora per 1 ora. L'impasto risulterà molto morbido. A questo punto lo potete stendere in una teglia da forno di circa 30 cm di diametro e guarnirlo con i pomodorini spaccati. Fatelo riposare per gli ultimi 30 minuti, quindi infornate la focaccia di zucca a 180° per 35-40 minuti.


lunedì 25 agosto 2014

GAZPACHO

Il gazpacho è il coloratissimo aperitivo tipico spagnolo. Light, fresco e veloce da preparare, rallegra con il suo sapore accattivante le tavole estive. Avete mai avuto modo di degustarlo? No??? Allora dovete assolutamente cimentarvi in questa ricetta e a tavola, vi assicuro, farete un figurone! Ricchissimo delle migliori prelibatezze della dieta mediterranea, il gazpacho fonda le sue origini nella cucina povera spagnola, quando i contadini andalusi solevano rinfrescarsi con questa bevanda molto nutriente e leggera dalle fatiche dei campi. Tuttavia oggigiorno il gazpacho viene servito nei più raffinati ristoranti di tutto il mondo a prezzi non indifferenti, diventato nel tempo il tipico aperitivo spagnolo. Sebbene il gazpacho più celebre sia quello di Siviglia, ogni città dell'Andalusia ne possiede una sua versione, anche se gli ingredienti fondamentali e sempre presenti siano il pomodoro, il cetriolo e il peperone. Visitare questi luoghi senza assaggiare il gazpacho è come venire a Napoli e non andare a mangiare la pizza, o passare da Dublino senza bere un grosso boccale di guinness! Il gazpacho regna anche indiscusso protagonista in un famoso film di Pedro Almodovar del 1988: "donne sull'orlo di una crisi di nervi". La protagonista Pepa prepara infatti un gazpacho pieno di narcotici e lo serve ad una flotta di suoi ospiti, addormentandoli, che le sono piombati in casa e che la stanno portando, appunto, sull'orlo di una crisi di nervi! Molte ricette di gazpacho prevedono l'uso di fette di pane, ma quella originale no, l'importante è servirlo molto freddo. Per 4 persone:

4 pomodori ben maturi
1 cetriolo
1 peperone rosso
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
1/2 bicchiere di olio d'oliva
1/2 bicchiere di aceto bianco
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino di paprika piccante

Molto semplicemente, si puliscono tutte le verdure e si tagliano a pezzettoni. Si mettono in un mixer con il resto degli ingredienti e si frullano a massima velocità, fino ad ottenere una crema liscia e compatta. Ponete il gazpacho in frigo per almeno un'ora e servitelo ben freddo.


lunedì 7 luglio 2014

CROSTONI AI FUNGHI PORCINI

I crostoni ai funghi porcini sono uno sfizioso antipasto da servire caldo molto gustoso e saporito. Il porcino è probabilmente il fungo più ricercato in tutt'Italia e anche nel mondo, dato che le sue fibre sono consistenti al punto giusto e la fragranza risulta intensa ma allo stesso tempo delicata. I porcini crescono prevalentemente in boschi di castagne e querce, ma anche di faggi e pini, dai 700 ai 1300 m sul livello del mare. E' anche uno dei funghi più difficili da avvistare perché si mimetizza molto facilmente, dato che il suo colore è molto simile a quello delle foglie. In generale si sviluppano prevalentemente a settembre, ma in alcune fortunate zone la raccolta può avvenire da giugno a novembre. Affinché si sviluppino i porcini, è necessario che piova abbondantemente e che segua poi un tempo mite, importantissimo, senza tramontana; basta anche una sola notte con questo vento a bloccare lo sviluppo di una fungaia. Se sussistono queste condizioni climatiche ottimali, il porcino cresce addirittura nel corso di una mezza giornata, riuscendo a raggiungere anche dimensioni ragguardevoli con pesi intorno ai 2 k. Per 2 persone:

4 crostoni di pane casereccio
3 funghi porcini medi
1 spicchio d'aglio
125 g di mozzarella
1 rametto di timo
1 rametto di maggiorana
olio, sale

Pulite i funghi raschiandoli con un coltello e strofinandoli con un panno umido, quindi tagliateli a cubetti. Poneteli in padella con un trito d'aglio e metà delle foglioline di timo e maggiorana. Aggiungete  un cucchiaio d'olio e regolate di sale. Cuocete a fuoco medio col coperchio per circa 15 minuti, rimestando spesso. Nel frattempo passate per 3 minuti in forno i crostoni di pane e tagliate a cubetti la mozzarella. Terminata la cottura dei porcini, adagiateli sui crostoni tostati, distribuitevi la mozzarella e decorate con le ultime foglioline di timo e maggiorana. Ripassate in forno per qualche altro minuto, finché il formaggio non sia fuso. Servite ben caldi e croccanti i vostri crostoni ai funghi porcini.


mercoledì 11 giugno 2014

FRITTELLE DI MAIS

Le frittelle di mais sono uno stuzzicante aperitivo. Calde o tiepide, sono ottime da servire al naturale oppure con lo yogurt. Tutti sappiamo che il mais fu introdotto da Colombo in seguito alla scoperta dell'America, ma gli storici hanno dimostrato che si coltivava in Messico già nel lontano V secolo a.C. Quando giunse in Italia, il mais prese anche il nome di granturco, "turco" perché così veniva chiamato tutto ciò che proveniva oltremare o che avesse comunque origini coloniali. Il mais si diffuse con notevole rapidità, sopratutto in veneto dove, grazie all'inventiva dei contadini, se ne ricavò la farina. Per l'appunto questa è una pratica tipica italiana, ignota alle popolazioni americane, che avevano invece l'uso di consumare il mais a grani, impastato o intero, bollito o arrostito, e mai a polenta. C'è anche da dire che avevano un modo di sfruttare questo cereale del tutto razionale e totale, non buttavano via nulla: con gambi, foglie e spighe coprivano i tetti delle capanne e nutrivano il bestiame, ne ricavavano lo zucchero e anche bevande alcoliche. Le pannocchie venivano utilizzate nei modi più svariati poc'anzi descritti per alimentarsi. Ben presto in tutta l'Italia settentrionale il mais soppiantò quasi del tutto il frumento, data la sostanziale differenza di prezzo, diventando così per le popolazioni contadine il cibo di base, consumato sotto forma di polenta e di pane. Per 4 persone:

300 g di patate
100 g di mais
50 g di speck
2 uova
30 g di farina
sale, pepe nero, olio per friggere.

Sbucciate e tagliate a pezzi le patate, lessatele in acqua salata, scolatele, schiacciatele e lasciatele intiepidire. Tritate finemente lo speck, incorporatelo al purè di patate, unendo il mais, le uova, la farina, poco sale e il pepe macinato. Mescolate bene. Immergete nell'olio bollente un cucchiaio del composto, formando così la frittella e procedete fino ad esaurire la pastella. Scolate le frittelle di mais e appoggiatele su carta da cucina in modo da eliminare l'unto in eccesso. Servitele a piacere calde o tiepide al naturale o con l'aggiunta di yogurt.



lunedì 12 maggio 2014

FLAN DI CAVOLFIORE

Il flan di cavolfiore è una deliziosa preparazione vegetariana che stupirà comunque tutti i vostri commensali. Delicato e soffice antipasto, è un ottimo modo per far mangiare il cavolo ai vostri bambini. Con il termine flan, di derivazione francese, si indica una preparazione al forno, che se dolce indica un budino, se salata rappresenta uno sformato, generalmente di verdure. Curioso il fatto che flan in francese viene usato nell'espressione "en rester comme deux ronds de flan", cioè rimanere a bocca aperta... chissà perché, forse si resta così deliziati da questi sformatini che... si rimane letteralmente a bocca aperta! Ma sveliamo un po di segreti per far venire bene un flan di verdure. Anzitutto la verdura non dev'essere molto cotta. Poi è molto importante che perda gran parte della sua umidità, ecco perché bisogna farla asciugare in padella con il burro. L'aggiunta della farina non è obbligatoria, ma corregge un'eventuale eccessiva morbidezza dovuta al fatto che le verdure sono ancora troppo acquose o se abbiamo usato delle uova troppo grandi. Prima di togliere il flan dal forno è bene fare la prova dello stecchino: si infila uno stuzzicadenti nel centro della preparazione, quando lo estraete dovrà uscire pulito. Infine bisogna lasciare lo stampo in forno, spento e semiaperto, finché il flan sarà tiepido. Per 6 persone:

1300 g di cavolfiori
4 uova
60 ml di panna da cucina
40 g di burro
3 cucchiai di grana grattugiato
sale, pepe nero

Lessate le cimette di cavolfiore in acqua salata per 5 minuti dopo la bollitura, scolatele perfettamente e tenetene da parte qualcuna per la decorazione. In una padella ponete il burro ed il cavolfiore, e saltate a fuoco allegro per altri 5 minuti rigirando spesso. Lasciate intiepidire e nel frattempo sbattete con una forchetta le uova con un pizzico di sale, aggiungete una spolverata di pepe, la panna, il grana e amalgamate bene il tutto. Passate in un mix il cavolfiore fino a ridurlo in crema e unitelo al composto precedentemente preparato. Frullate per un minuto e trasferite il tutto in uno stampo imburrato e infarinato, io uso stampini al silicone, così salto quest'ultima operazione :-))) Infornate a 180° per 50 minuti. Una volta tiepido, sformate il flan di cavolfiore su un piatto da portata e decorate con le cimette messe da parte in precedenza.

venerdì 11 aprile 2014

UOVA ALLE CIPOLLE AGRODOLCI

Le uova alle cipolle agrodolci sono una ricetta davvero molto versatile, in quanto può essere utilizzata come antipasto, secondo e contorno. L'uovo è il re della tavola, sopratutto ora, per il periodo pasquale. L'uovo è per sua natura un alimento polivalente, dai mille impieghi nell'arte culinaria, ma sapete da cosa deriva il modo di dire "l'uovo di Colombo"? In realtà questa è una locuzione che sta ad indicare una soluzione inaspettatamente semplice ad un problema apparentemente irrisolvibile. Pare che la storia dell'aneddoto abbia dei fondamenti di verità, in quanto si narra che Colombo, tornato dal suo viaggio verso il Nuovo Mondo, fu invitato dal cardinale Mendoza ad una cena in suo onore. Durante il banchetto, un gruppo di commensali spagnoli derisero la sua impresa, sminuendola, asserendo che chiunque l'avrebbe potuta portare a termine avendo a disposizione i suoi mezzi. Colombo prontamente invitò allora i criticoni a mettere in pratica un compito altrettanto semplice: far state dritto sul tavolo un uovo. Dopo numerosi tentativi, nessuno dei commensali vi riuscì e pregarono Colombo di svelare loro come fare. Detto fatto: il navigatore picchiettò sul tavolo l'uovo in modo da ammaccarlo leggermente, creando così una base d'appoggio stabile. Allora nuovamente i presenti lo criticarono dicendogli che sarebbero stati capaci anche loro di fare una cosa del genere. A questo punto Colombo tuonò: "la differenza, signori miei, è che voi avreste potuto farlo, io invece l'ho fatto!". E bravo Cristoforo! Per 4 persone:

5 uova
300 g di cipolle
70 g di burro
1 cucchiaio di farina
1/2 bicchiere di aceto bianco
2 cucchiai di zucchero
2 chiodi di garofano
1 pezzo di cannella
1 manciata di olive nere
prezzemolo, sale, pepe nero

Preparate 4 uova sode, sgusciatele, tagliatele a metà nel senso della lunghezza e tenetele da parte. Tagliate le cipolle a metà e poi a listarelle larghe circa 1 cm, ponetele in un tegame con il burro, salate e pepate e lasciatele imbiondire, mescolando di tanto in tanto. Quindi spolverizzate con la farina sempre mescolando. Dopo un minuto, bagnate con l'aceto, abbassate la fiamma, coprite il tegame e lasciate cuocere per 25 minuti. Trascorso questo tempo, unite lo zucchero, i chiodi di garofano, la cannella e il tuorlo dell'uovo avanzato sbattuto con un cucchiaio d'acqua. Amalgamate tutti gli ingredienti senza far bollire la salsa, togliete dal fuoco. Adagiate le uova su un piatto da portata e sistematevi intorno la crema di cipolle. Prima di servire in tavola le uova alle cipolle agrodolci, guarnite con le olive e il prezzemolo tritato.


lunedì 24 marzo 2014

QUICHE DI CIPOLLE

La quiche di cipolle è una prelibatezza davvero molto semplice da preparare, dal sapore molto delicato che sostituisce degnamente la serata dedicata alla pizza. Con il termine quiche si indica generalmente la torta salata tipica della cucina francese, anche se la parola deriva dal tedesco (kuchen) che vuol dire, per l'appunto, torta. Normalmente la quiche è preparata con la pasta brisè. Poi viene riempita a piacimento a secondo i propri gusti, anche se la ricetta classica francese, la famosissima quiche lorraine (così denominata perché proviene dalla regione della Lorena) si prepara con un ripieno di pancetta affumicata, panna e uova. Quindi dicevamo che per la quiche di cipolle utilizzeremo come base la pasta brisée e non la pasta frolla. Ma qual'è la sostanziale differenza fra le due? La pasta brisée si presenta al palato estremamente friabile e alla vista decisamente di un colore giallino meno intenso rispetto alla pasta frolla. Ciò è dovuto al fatto che, a differenza di quest'ultima, nell'impasto della brisée non è previsto l'impiego delle uova. Si chiama brisée, che vuol dire "rotto", perché si impasta prima il burro con la farina, fino a quando non si ottengono tante bricioline, e poi man mano viene aggiunta dell'acqua molto fredda, la tradizione dice un cucchiaio alla volta. I tempi di preparazione della pasta brisée sono abbastanza lunghi e laboriosi, quindi vi consiglio di acquistarne una già pronta, è molto semplice reperirla al supermercato con ottimi rapporti di qualità/prezzo. Per 4 persone:

1 confezione di pasta brisée
100 g di gruviera grattugiato
100 g di panna
2 uova
1 cipolla bianca
1 cipolla rossa
100 g di latte
sale, pepe nero

Stendete la pasta brisée in una teglia rotonda e adagiatevi sul fondo le cipolle tagliate a spicchi. In una ciotola sbattete le uova, unite la panna e il latte, quindi salate e pepate. Amalgamate bene tutti gli ingredienti. Versate il composto sulle cipolle e spolverizzate con il gruviera grattugiato. Infornate a 200° per 30 minuti. Servite la quiche di cipolle appena tiepida.



lunedì 3 marzo 2014

SEDANO AL GORGONZOLA E NOCI

Il sedano al gorgonzola è un antipasto facilissimo da preparare, molto veloce e con l'utilizzo di soli 3 ingredienti. Più che una ricetta questa, è un modo alternativo di presentare a tavola un ortaggio molto leggero, non avendo nessuna particolare preparazione o cottura. In commercio esistono 2 tipi di sedano: quello verde e quello bianco. In realtà sono la stessa identica verdura, solo che il secondo subisce un trattamento d'imbianchimento. Si ottiene così un sedano dalle coste più tenere e succose, dal sapore più delicato che gli conferiscono una qualità migliore, giustificando anche la differenza di prezzo. Il processo di sbiancatura è totalmente naturale, e si applica durante la crescita della piantina attraverso 2 modalità. La prima consiste nel ricoprire totalmente di terra il sedano, la seconda invece si attua avvolgendo l'ortaggio in un sacchetto di carta. Lo scopo comune è quello di non far filtrare i raggi del sole, per far perdere la clorofilla, che appunto conferisce il colore verde alle piante. Una volta raccolto, dal sedano vengono eliminate le coste esterne che possono risultare più colorate e cimate le punte superiori. Per 6 persone:

1 costa di sedano verde
200 g di gorgonzola
200 g di noci

Separate le coste del sedano e lavatele. Asciugatele e tagliatele della lunghezza di circa 3 centimetri.
Frantumate le noci nel modo più delicato possibile in modo da mantenere intero il gheriglio. Quindi dividetelo in 4 parti. Disponete su ogni pezzettino di sedano (che si presenterà con una naturale forma a berchetta) un cucchiaino di gorgonzola e di sopra adagiatevi 1/4 di gheriglio di noce. Procedete così fino a riempire il piatto da portata, che guarnirete con qualche foglia di sedano. Il gioco è fatto: ponete in frigo il sedano al gorgonzola e noci fino al momento di servirlo in tavola.



martedì 11 febbraio 2014

CUORI DI WURSTEL

Come poter far passare inosservata la festa degli innamorati? Con i cuori di wurstel voglio dare un'idea a chi non festeggia S. Valentino al ristorate, non ha voglia o tempo di stare in cucina a preparare una faticosissima cena a sorpresa dai mille effetti speciali, ma non vuole dimenticare con un semplicissimo gesto di comunicare tutto l'amore che prova per la dolce metà. Ma prima di preparare i cuori di wurstel voglio raccontarvi l'origine di questa festa, istituita da papa Gelasio nel 496 d.C. Il suo intento era quello di abolire una licenziosa festa pagana per la fertilità: la Lupercus. Dalla metà del mese di febbraio iniziavano i Lupercali, celebrazioni per tenere i lupi lontani dai campi coltivati. A Roma, i sacerdoti compivano riti propiziatori all'interno della grotta dove furono allattati dalla lupa Romolo e Remo, e coppie di giovani venivano rinchiusi per un anno in un luogo dove avrebbero vissuto in intimità, compiendo sconcerie, fino a che il rito non si fosse concluso. Allora perché non sostituire una festa pagana alquanto lasciva con una molto più romantica festa cristiana? Il perché papa Gelasio scelse proprio S. Valentino (di cui il 14 febbraio ricorre l'anniversario della sua morte) per festeggiare gli innamorati risiede nel fatto che fu il primo religioso a sposare un legionario pagano e una giovane cristiana. Per 2 persone:

2 wurste grandi
2 uova
olio, sale

Scottate i wurstel in acqua bollente per 1 minuto e scolateli. Incideteli nel senso della lunghezza senza dividerli a metà. Ruotate le parti tagliate fino a far combaciare le estremità e fissatele con 2 stuzzicadenti. Non vi preoccupate, è lungo e sembra difficile a parole ma è semplicissimo :-))) Mettete in una padella antiaderente un filo d'olio e adagiatevi i cuori di wurstel, spaccate all'interno di ognuno un uovo, salate e lasciate cuocere per un paio di minuti. Servite con amore i cuori di wurstel ben caldi.


giovedì 30 gennaio 2014

VENTAGLI DI PASTA SFOGLIA

I ventagli di pasta sfoglia sono un antipasto di facilissima preparazione ma di grande colpo d'occhio, che donerà allegria e colore alla vostra tavola. Io li ho preparati con il patè di olive nere, ma esistono numerose alternative, sugli scaffali dei supermercati troverete facilmente altri preparati colorati e gustosi da utilizzare: la crema di pomodori secchi, di melanzane, di carciofi, di peperoni, di funghi porcini... Ovviamente sono tutte salsine che si possono facilmente rifare in casa, ottenendo maggiore soddisfazione e gratificazione. Insomma, sbizzarritevi e fatevi guidare dai vostri sensi! Ma parliamo un pochino dell'ulivo, fiera pianta secolare dalla resistenza titanica. Una leggenda narra che un tempo gli ulivi erano piante bellissime, dal fusto lungo e dritto. Quando Gesù fu condannato a morte, Caifa mandò un paio di scagnozzi a cercare dei pali di legno lisci, lunghi e dritti per costruire la croce. Le campagne circostanti furono investite da una tempesta, allo scopo di persuadere i due brutti ceffi a tornare indietro, ma questi proseguirono. Una volta giunti a destinazione, ogni forma di vita tacque, non si mosse una foglia, non cantò più un uccellino, una cicala, non gracidò più una rana. Tutti gli alberi pregavano e supplicavano Dio in silenzio di poter scampare a quell'atroce destino. Allora uno dei due scagnozzi affermò: "non taglieremo né un cedro né una palma, ci serviremo dell'ulivo!" Mentre le palme e i cedri tirarono un sospiro di sollievo, gli alberi d'ulivo iniziarono a contorcersi, a ingobbirsi, a spaccarsi. Inutile fu la ricerca dei due scagnozzi: non riuscirono a trovare un albero d'ulivo da poter essere utilizzato per costruire la croce. E fu da allora che l'ulivo vive felice di essere brutto. Sarà, ma secondo me è uno degli alberi più belli e pittoreschi in assoluto! Per 4 persone:

1 confezione di pasta sfoglia rettangolare
1 vasetto di patè di olive (o altra salsina)

Srotolate la confezione di pasta sfoglia, versatevi sopra il patè di olive nere e, con l'aiuto di un cucchiaio, spalmatelo per benino sulla pasta. Abbiate cura di lasciare un bordino di circa 1 centimetro.




Arrotolate la pasta sfoglia da destra verso sinistra fino alla metà di questa. Fate la stessa cosa anche da sinistra verso destra.





Distendete della carta forno in una pirofila, tagliate il rotolo di pasta sfoglia in dischetti larghi un dito e disponeteli su di essa. Infornate a 220° per 15 minuti, i ventagli di pasta sfoglia saranno pronti quando saranno ben dorati.








lunedì 13 gennaio 2014

COCKTAIL DI GAMBERETTI

Evviva gli anni '80! E sulle tavole più "in", fra gli antipasti più in voga del momento regnava indiscusso il cocktail di gamberetti. Anche i più giovani fra noi ricordano sicuramente i mitici anni '80, gli anni dei Duran Duran e degli A-Ha, del boom economico e del benessere, delle spalline larghe e dei pantaloni come li definisco io "ascellari", in testa creste e frangettoni. Accidenti che nostalgia... guardo al passato sorridendo delle esagerazioni! Eppure quanti eventi straordinari si susseguirono in quel decennio. In campo medico, nell'82 venne impiantato il primo cuore artificiale. Negli uffici assume una diffusione capillare il personal computer, il commodore 64 diventa il computer più venduto della storia, e nell'85 la microsoft lancia la prima versione di windows. Al cinema esce E.T., che fa registrare gli incassi più alti di tutto il decennio, superato solo nel '93 da Jurassic Park. Viene scoperto il buco dell'ozono e abbattuto il muro di Berlino. La strage di Bologna, Ustica, il terremoto in Irpinia, l'esplosione del reattore nucleare di Cernobyl. Iran e Iraq cessano il fuoco mentre Unione Sovietica e Stati Uniti iniziano a comunicare in maniera più civile. E per chiudere questi ricordi in estrema leggerezza, non possiamo dimenticare la straordinaria vincita della nazionale di calcio del grande Enzo Bearzot in Spagna, che si aggiudicò il titolo di campione del mondo nell'82, battezzando Paolo Rossi miglior marcatore con i suoi 6 gol. Per 4 persone:

400 g di gamberetti
6 foglie di lattuga iceberg
6 cucchiai di maionese
2 cucchiai di ketchup
2 cucchiai di brandy
1 cucchiaio di salsa worcester

Sbollentate per 10 minuti in acqua i gamberetti, scolateli e metteteli da parte a raffreddare. Nel frattempo preparate la maionese usando questa ricetta qui, unitela al ketchup, al brandy, alla salsa worcester e mescolate con cura, fino ad ottenere una crema rosa omogenea. Dalle foglie di lattuga ricavate delle striscioline il più sottili possibile. Adagiatele nel bicchiere da cocktail o, come ho fatto io, su delle conchiglie di capesante. Mescolate i gamberetti alla salsa rosa e sistemateli sulla lattuga. Semplicissimo, il gioco è fatto: servite il cocktail di gamberetti ben freddo.




venerdì 27 dicembre 2013

ALBERO DI NATALE DI FROLLA

E' normale in questi giorni invitare a casa parenti e amici, o anche soltanto per gratificare noi stessi, per cui ci domandiamo "e allora, cosa preparo?". Per stupire piacevolmente tutti ecco un'idea per un antipasto che addobberà la tavola delle feste in modo coreografico, a tema e di sicuro effetto: l'albero di Natale di frolla. Devo essere sincera, bisogna che abbiate un po di manualità, perchè dovrete ritagliate da voi la forma dell'albero di Natale sulla pasta frolla, ma vi assicuro che sarà facile e divertente. In alternativa potreste usare uno stampo, in commercio si trova senza nessun problema. L'origine dell'albero di Natale ha radici profondissime nella storia dell'uomo, infatti per i druidi e i celti rappresentava la vita ed erano soliti addobbarlo durante la festa del solstizio d'inverno, periodo dell'anno (che corrisponde alle nostre feste natalizie) in cui le giornate cominciano ad allungarsi, lasciando presagire l'arrivo della primavera e quindi il ritorno a nuova vita. Adottato successivamente anche dalla tradizione cristiana, è curiosa la storia secondo cui l'uso moderno dell'albero di Natale nasce nel 1441 a Tallin, in Estonia, dove nella piazza del municipio (Raekoja Plats) fu ornato uno splendido abete. Uomini e donne scapoli iniziarono a danzarvi intorno alla ricerca dell'anima gemella. Per 6 persone:

1 confezione di pasta sfoglia rettangolare
200 g di stracchino
2 wurstel grandi
20 olive
6 noci

Dividete la pasta sfoglia a metà e ritagliate dalla prima la forma di un albero.
Fate la stessa cosa con la seconda metà, facendo in modo che siano il più simili possibile, magari fate delle prove sovrapponendo le due forme. Usate la prima metà e cospargetela di stracchino, avendo cura di lasciare scoperto il lembo esterno di pasta frolla in modo tale da poter sigillare l'albero di Natale.
Tagliate a fettine il wurstel e sovrapponetelo allo stracchino. Quindi prendete l'altra metà di frolla e ponetela sopra la prima.
Pressate con i polpastrelli delicatamente i bordi in modo tale da sigillare il ripieno. Incidete dall'interno verso l'esterno le parti laterali per formare i rami e rigirate ognuno di essi su se stesso, così da creare movimento. Schiacciate le noci, facendo attenzione, per quanto possibile, a lasciare la metà intera. Con queste decorate la base dando l'idea di modellare il tronco dell'albero. Disponete infine le olive a piacimento sui rami. Infornate per 15 minuti a 200°. Siete pronti per stupire i vostri commensali con l'albero di Natale di frolla? Buone feste a tutti :-)))













mercoledì 13 novembre 2013

GRISSINI AL PROSCIUTTO

I grissini al prosciutto, uno sfizioso antipasto molto versatile, perchè può essere presentato anche come rustico o come finger food. Per la prima volta oggi, nella storia del mio blog, per festeggiare il compleanno del mio carissimo papà e l'onomastico del mio amato fratellino Diego, ho deciso di presentarvi questa simpatica ricetta accompagnata da un tutorial fotografico. Questo non perchè sia particolarmente difficile, anzi, come sapete bene tutte le mie ricette sono di una facilità estrema e di velocissima realizzazione. Piuttosto m'intrigava fare questo nuovo esperimento. Voi cosa ne pensate? Per 4 persone:

150 g di prosciutto
1 confezione di pasta sfoglia rettangolare
50 g di parmigiano grattugiato
paprica dolce


Disponete le fette di prosciutto sulla pasta sfoglia ma non per tutta la sua superficie, fatelo solo per metà. Cospargete su tutto il salame il parmigiano grattugiato.




Chiudete a portafoglio la pasta sfoglia e pressate bene lungo i bordi in modo da sigillare perfettamente il contenuto.





Tagliate la pasta sfoglia in strisce larghe cira 2 centimetri. Un consiglio: più saranno sottili, maggiore sarà l'effetto grissino oltre che  più piacevole all'occhio.




Rigirate ogni striscia su se stessa più volte a mo' di spirale.






Disponete ogni grissino di pasta sfoglia su una placca da forno e cospargete con della paprica dolce. Infornate dunque a 200° per circa 15 minuti, il tempo necessario alla loro doratura. L'effetto finale è quello che vedete qui in basso. I grissini al prosciutto sono ottimi caldi, ma sono l'ideale se dovete allestire un buffet perchè potete prepararli il giorno prima.





mercoledì 23 ottobre 2013

MELANZANE IN CARROZZA

Le melanzane in carrozza sono una mia invenzione, ispirata dalla più famosa mozzarella in carrozza, ma, come al mio solito, in una versione più leggera, dunque non fritta ma al forno. Le melanzane, anche se ci accompagnano tutto l'anno, sono le regine dei mesi caldi. E siccome la natura ricorre sempre in nostro aiuto, soprattutto nel mese di agosto, quando si ha il massimo della sua maturazione, è vivamente consigliato il consumo della melanzana perché è ricchissima di potassio, e con la sudorazione tendiamo ad eliminare molti sali minerali, il potassio in particolar modo. Essendo un ortaggio molto versatile, la melanzana si presta a numerose preparazioni diverse; io mi diverto molto a sperimentare nuove ricette impanandola e friggendola, grigliandola, al forno, impiegandola nella preparazione della pasta e conservandola sott'olio. Per 4 persone:

200 g di mozzarella
8 fette di pancarrè
1 melanzana
4 cucchiai di salsa di pomodoro
100 di pangrattato
2 uova
2 cucchiai di latte
olio, sale, pepe nero, basilico

Ricavate dalla melanzana 8 fette nel senso della larghezza e grigliatele per un paio di minuti per lato. Tagliate le mozzarelle in 4 fette spesse, fatele sgocciolare e asciugatele molto bene tamponandole con carta da cucina. Prendete 4 fette di pancarrè e su ognuna sistemante in quest'ordine: 1 fetta di melanzana, 1 cucchiaio di salsa, qualche foglia di basilico, 1 fetta di mozzarella. Salate, pepate e continuate la "torre" con 1 fetta di melanzana, foglie di basilico, 1 fetta di pancarrè. In una ciotola sbattete le uova con il latte e una presa di sale e pepe. Ripassatevi i sandwich da entrambi i lati e fate lo stesso nel pangrattato. Adagiate le melanzane in carrozza in una placca e infornate a 200° per 10 minuti. Servitele dopo averle fatte riposare per 4 minuti a temperatura ambiente.


martedì 1 ottobre 2013

MATTONELLA VEGETARIANA

La ricetta di oggi è un leggero antipasto, la mattonella vegetariana, a base di melanzane, zucchine e ricotta, che sarà di sicuro piacimento per i vegetariani, ma non solo. E poi la presenza delle spezie regine della tavola: l'erba cipollina, il prezzemolo il basilico... quanti profumi! A proposito, sapete come chiamano a Napoli il basilico? "Vasenicola". In realtà dietro questo nome c'è una romantica storia d'amore: c'era una volta una bellissima ragazza che viveva con 3 fratelli arricchitisi dopo la morte del padre. La giovane si innamorò di un ragazzo, Nicola, che lavorava per i fratelli. I 3, venuti a sapere dell'amore di lei nei confronti di Nicola, non erano assolutamente d'accordo, per la differenza di classe sociale. Fu così che un giorno decisero di portarlo fuori città e lo uccisero, sotterrando il suo corpo. La ragazza, ignara, era affranta dal dolore. Così una notte, in sogno, le apparve Nicola che le rivelò il segreto e le indicò il posto in cui era stato sepolto. La ragazza si recò nel luogo indicatole e trovò il corpo dell'amato. Sapendo di non potergli dare una degna sepoltura prese un coltello, gli tagliò la testa, se la portò a casa, e la piantò in un vaso. Ogni giorno la giovane pianse sul vaso, annaffiandolo con le sue lacrime. Ed ecco che in primavera spuntarono le prime foglioline, che in estate diventarono una piantina alta e robusta, dalla fragranza inebriante. La ragazza la chiamò "vasenicola": vaso di Nicola, esattamente la traduzione in napoletano di basilico. Da allora, il profumo del basilico rappresenta l'amore della gioventù. Per 6 persone:

2 melanzane
4 zucchine
400 g di ricotta
3 cucchiai di pecorino grattugiato
6 uova
1 cucchiaio di basilico tritato
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1 cucchiaio di erba cipollina tritata
sale, pepe bianco

Grigliate le verdure. Lavorate la ricotta con una frusta, aggiungete il formaggio, le uova, le erbe aromatiche, il sale e il pepe. Foderate uno stampo da plum cake con la carta forno bagnata e strizzata, versate sul fondo un mestolino della crema e uno strato di zucchine, uno di crema e uno di melanzane. Procedere a strati di crema e verdure fino ad esaurimento degli ingredienti. Infornate a 200° per 1 ora. Ovviamente, se si usano stampi più piccoli, basterà un tempo di cottura minore. Una volta sfornata, è preferibile servire la mattonella vegetariana tiepida o, meglio, fredda.





martedì 17 settembre 2013

PANZANELLA

Per noi fiorentini (ma ci tengo a precisare che io lo sono solo d'adozione, fiera calabrese di nascita), preparare e gustare la panzanella, soprattutto d'estate, è a dir poco un obbligo. Per i non toscani, sapete cos'è la panzanella? Ma si, è l'antichissimo piatto povero della tradizione toscana a base di pane raffermo. E oltre questo? La ricetta originale prevede la presenza di altri soli 3 elementi: il pomodoro, la cipolla ed il cetriolo. Semplice no? La provenienza del piatto non è del tutto chiara: secondo alcuni furono i contadini a proporla sulle proprie tavole per consumare avanzi di pane stantio, ammollato e riciclato con pochi poveri elementi dell'orto. C'è invece chi sostiene che fosse il pasto preferito dei marinai i quali, a bordo delle proprie navi, portavano pane indurito, che bagnavano poi con l'acqua del mare, qualche pomodoro ed ecco pronta l'antica panzanella. Nella mia versione ho aggiunto qualche altro ingrediente, ma è davvero eccezionale anche solo con pomodoro, cipolla e cetriolo. Per 4 persone:

200 g di pane toscano raffermo
10 pomodori datterini
1 cipolla di Tropea (o comunque rossa)
1 cetriolo
1 peperone verde piccolo
5-6 olive nere
qualche foglia di basilico
sale, olio, aceto

Tagliate grossolanamente il pane e ponetelo ad ammollare in una ciotola con acqua e 5 cucchiai di aceto. Una volta impregnato, strizzatelo e sbriciolatelo. In una ciotola a parte mettete tutti gli altri ingredienti tagliati a pezzi. Conditeli con una presa di sale, l'olio, qualche foglia di basilico e rimestate. Aggiungete le briciole di pane ammollato e mescolate fino a quando questo non avrà assorbito perfettamente il condimento. Ponete la panzanella in frigo e lasciatela riposare almeno un paio d'ore prima di servirla.


giovedì 22 agosto 2013

POMODORI AI FIOCCHI DI LATTE

Oggi vi propongo una semplicissima ricetta per portare in tavola un saporito antipasto tutto estivo: i pomodori ai fiocchi di latte. I fiocchi di latte sono un prodotto caseario d'origine americana e furono importati in europa all'inizio del XX secolo. E' un formaggio fresco magro consigliato in tutte le diete, anche perché ha un alto potere saziante. Non mancate di continuare a seguirmi, nei prossimi giorni posterò la ricetta per preparare in casa i fiocchi di latte, in modo tale da poterli avere sempre freschi e genuinamente pronti nel vostro frigo. Per 2 persone:

4 pomodori insalataro
200 g di fiocchi di latte
2 wurstel di pollo
un mazzetto di erba cipollina

Tagliate il pomodoro a circa 1 cm dal picciolo in senso orizzontale e svuotatelo della sua polpa. Capovolgeteli in uno scolapasta, in modo da eliminare tutta la parte liquida. Minuzzate i wurstel più finemente che potete, ottenendo dei cubetti. Magari aiutatevi usando un robot da cucina. Tritate l'erba cipollina e mescolate il tutto in una ciotola con i fiocchi di latte. Quando tutti gli ingredienti saranno ben amalgamati, riempite i pomodori con questo composto. Poneteli in frigo per almeno 1 ora, decorate con qualche rametto di erba cipollina e servite in tavola ben freschi i vostri coreografici pomodori ai fiocchi di latte.