Questa versione dei peperoni ripieni è molto gustosa, grazie all'indovinato connubio della mortadella con la salsiccia, unita alla dolcezza dei peperoni. Ed è proprio della mortadella che voglio parlarvi oggi, questo salume tutto italiano tipico del bolognese. Le sue origini sono antichissime, e oggigiorno la mortadella di Bologna vanta il marchio IGP, anche se nel lontano 1661 fu addirittura pubblicato un bando cardinalizio, allo scopo di tutelare i produttori locali di mortadella, secondo il quale l'insaccato veniva prodotto nella città di Bologna "ab antiquo", cioè fin dai tempi più antichi. Tutto ciò anche perché, i produttori stessi di mortadella misero in giro la voce che il prodotto era costituito per lo più da carne di piccoli asinelli, proprio allo scopo di preservare la segretezza della ricetta. Questa diceria è arrivata sino ai giorni nostri ed è legata ad un'antica storiella. Si dice infatti che nel 1706, un missionario domenicano francese, tale Jean-Baptiste Labat, di ritorno in patria dai territori francesi dei Caraibi, passò per Bologna. Assaggiata la mortadella, rimase stupito dalla sua bontà e iniziò a chiedere in ogni osteria come facessero a produrre quel fantastico salume. I produttori bolognesi, gelosissimi della ricetta originale, gli rispondevano nei modi più fantasiosi e svariati: chi asseriva di usare carne di manzo, chi di cacciagione, chi di cinghiale. Ma la risposta più impressionante, probabilmente, fu quella che diede un oste quando affermò che per fare la sua ottima mortadella, lui macellava degli asinelli appena nati! Così tanto cruenta quanto favolistica, questa voce è giunta fresca fresca fino ai nostri giorni. Ma in realtà come si produce la mortadella di Bologna IGP? Orbene, ne siamo sicuri! Per la felicità dei poveri cuccioli di equini (un po meno per i suini!) sappiamo che la mortadella si fa esclusivamente con carni di maiale selezionate e accuratamente macinate. Al salume viene data la tipica forma ovale, nella quale vengono inseriti il 15% di pezzettini di grasso, i cosiddetti "larderelli", provenienti dalla gola del maiale. Viene cotta in stufe ad aria secca, dopodicché viene lavata con acqua fredda. L'ultimo passaggio viene effettuato in celle frigorifere che permettono alla mortadella di stabilizzare, anche al suo interno, la temperatura ideale. Per 4 persone:
8 peperoni
150 g di mortadella
150 g di salsiccia
2 uova
2 cucchiai di pangrattato
200 g di emmental
olio, sale, pepe nero
Pulite i peperoni eliminando i semi, i filamenti bianchi interni e lavandoli, quindi preparate il ripieno. Tritate insieme la mortadella e la salsiccia, dopo aver spellato quest'ultima e ponetele in una terrina. Incorporatevi le uova e il pangrattato, salate e pepate. Mescolate con cura. Con questo impasto riempite tutti i peperoni, tagliate l'emmental a cubetti e disponeteli qua e la sulla superficie dei peperoni. Sistemateli in una teglia da forno e lasciateli cuocere a 200° per 45 minuti. potete servire i peperoni ripieni sia caldi che freddi.
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lunedì 3 novembre 2014
martedì 14 ottobre 2014
SGOMBRO SUL LETTO DI PATATE AL FORNO
Lo sgombro sul letto di patate è un secondo di pesce davvero leggero ma allo stesso tempo molto saporito, ottimo per chi vuole soddisfare il gusto rimanendo in forma. Infatti, con il suo apporto calorico modesto (163 kcal per 100 g di prodotto) lo sgombro è un pesce azzurro ricco di acidi grassi polinsaturi, i famosi omega 3, capaci di combattere il famigerato colesterolo LDL, cioè quello cattivo. Lo sgombro è così ricco di proprietà tanto da essere considerato un vero e proprio integratore di proteine e vitamine da parte di tutti i nutrizionisti, insomma, è sicuramente il principe fra il pesce azzurro! Proprio per questo motivo lo sgombro è particolarmente indicato nelle diete dei più piccoli e degli anziani. Ma come si presenta lo sgombro?
E' un pesce molto bello con una particolarissima tigratura sulla parte superiore del dorso che presenta delle sfumature che vanno dall'azzurro intenso al verde. E' lungo dai 20 ai 50 centimetri, ha la testa abbastanza appuntita e il corpo filiforme. Lo sgombro è diffusissimo nel Mare Nostrum, ma si pesca molo anche nell'Atlantico settentrionale e nel Mar del Nord, laddove ha l'abitudine di spostarsi in branchi. E' molto facile da reperire tanto nelle pescherie quanto nei supermercati ad un prezzo molto ragionevole, dunque, approfittiamo! Per 2 persone:
1 sgombro da circa 400 g
2 patate medie
2 spicchi d'aglio
1 rametto di origano
1 rametto di rosmarino
olio, sale
Sbucciate le patate e tagliatele a fette di circa 1 cm. Lasciatele bollire per 5 minuti, scolatele e adagiatele su di una placca da forno. Decapitate lo sgombro, evisceratelo e lavatelo. Tagliatelo a metà nel senso della lunghezza e disponetelo accanto alle patate. Tritate l'aglio e riducete a pezzettini le erbe aromatiche, che distribuirete un po' sulle patate, un po' sullo sgombro. Regolate di sale, cospargete d'olio ed infornate a 170° per 20 minuti. Servite lo sgombro sul letto di patate al forno ponendo le patate sulla base del piatto da portata e adagiandovi sopra lo sgombro.
E' un pesce molto bello con una particolarissima tigratura sulla parte superiore del dorso che presenta delle sfumature che vanno dall'azzurro intenso al verde. E' lungo dai 20 ai 50 centimetri, ha la testa abbastanza appuntita e il corpo filiforme. Lo sgombro è diffusissimo nel Mare Nostrum, ma si pesca molo anche nell'Atlantico settentrionale e nel Mar del Nord, laddove ha l'abitudine di spostarsi in branchi. E' molto facile da reperire tanto nelle pescherie quanto nei supermercati ad un prezzo molto ragionevole, dunque, approfittiamo! Per 2 persone:
1 sgombro da circa 400 g
2 patate medie
2 spicchi d'aglio
1 rametto di origano
1 rametto di rosmarino
olio, sale
Sbucciate le patate e tagliatele a fette di circa 1 cm. Lasciatele bollire per 5 minuti, scolatele e adagiatele su di una placca da forno. Decapitate lo sgombro, evisceratelo e lavatelo. Tagliatelo a metà nel senso della lunghezza e disponetelo accanto alle patate. Tritate l'aglio e riducete a pezzettini le erbe aromatiche, che distribuirete un po' sulle patate, un po' sullo sgombro. Regolate di sale, cospargete d'olio ed infornate a 170° per 20 minuti. Servite lo sgombro sul letto di patate al forno ponendo le patate sulla base del piatto da portata e adagiandovi sopra lo sgombro.
venerdì 3 ottobre 2014
VITELLO AL FORNO CON PATATE
Il secondo di oggi è il vitello al forno con patate, una pietanza che può essere presentata come piatto unico, leggera e allo stesso tempo ricca di nutrienti essenziali. Voglio legare la ricetta del vitello al forno con patate ad una macabra leggenda anglosassone, diffusa in particolare nel Norfolk, east Anglia e Devon. Parliamo del famigerato Black Shuck, il cane infernale dal pelo lungo e nero che si trasforma in un enorme vitello inquietante dagli occhi di fuoco. Si narra che questa orrenda creatura demoniaca sia il fantasma del cane di Odino, portato dai Vichinghi sulle isole britanniche, e che abbia dunque origini scandinave. Il vitello Black Shuck ha l'abitudine d'apparire in luoghi molto spettrali, coperti dalla nebbia e tristi, nelle paludi o nelle brughiere. Quando il grosso vitello incontra un sfortunato viandante, si blocca gonfiandosi misteriosamente, fissa il povero malcapitato per una decina di minuti con i suoi occhi malvagi giallo-rossastri, emette un raccapricciante suono per poi dileguarsi nella penombra. Fin qui "tutto quasi bene" per chi malauguratamente si trova di fronte il vitello, a parte l'enorme spavento. Se non che per l'appunto la leggenda vuole che nel giro di pochi giorni dallo sfortunato incontro, qualcuno andrà incontro a morte certa, o lui povero sventurato o un membro della sua famiglia. Per 2 persone:
400 g di spezzatino di vitello
1 cipolla
4 patate
1 rametto di rosmarino
1 foglia d'alloro
1 rametto di origano
1/2 bicchiere di vino bianco
olio, sale, pepe nero
La preparazione del vitello al forno con patate è davvero semplicissima: basta mettere tutto insieme in una tortiera le patate pelate e tagliate a quadrotti, la spezzatino di vitello, la cipolla ridotta finemente, e le spezie finemente sminuzzate. Non vi resta che salare e pepare e irrorare il tutto con il vino bianco. Cuocete il vitello al forno con patate a 200° per circa un'ora, rigirandolo a metà cottura. Servitelo in tavola ben caldo.
400 g di spezzatino di vitello
1 cipolla
4 patate
1 rametto di rosmarino
1 foglia d'alloro
1 rametto di origano
1/2 bicchiere di vino bianco
olio, sale, pepe nero
La preparazione del vitello al forno con patate è davvero semplicissima: basta mettere tutto insieme in una tortiera le patate pelate e tagliate a quadrotti, la spezzatino di vitello, la cipolla ridotta finemente, e le spezie finemente sminuzzate. Non vi resta che salare e pepare e irrorare il tutto con il vino bianco. Cuocete il vitello al forno con patate a 200° per circa un'ora, rigirandolo a metà cottura. Servitelo in tavola ben caldo.
lunedì 1 settembre 2014
CERVELLO DI VITELLO BOLLITO
Il cervello di vitello bollito è un secondo piatto della cucina contadina naturale e semplice, allo stesso tempo molto buono e facile da preparare. Il cervello di vitello va annoverato fra le frattaglie bianche, di cui fanno anche parte anche la trippa e le animelle (pancreas, e tutte le ghiandole salivari). Il cervello è molto ricco di fosforo e calcio, ma purtroppo anche di colesterolo. La consistenza delle sue carni tipicamente morbida, se pur compatta, lo rende particolarmente indicato nelle diete di anziani e bambini. Difatti questa ricetta mi fa fare un tuffo nel passato, e la preparo sempre con molto piacere. Il cervello di vitello è così morbido in quanto in esso è presente poco tessuto connettivo. Ecco perché è necessario, prima di procedere alla realizzazione di qualsiasi ricetta, farlo bollire per circa 15 minuti in acqua e limone. Grazie a questo procedimento, denominato "acidificazione", vengono innescati due processi: il primo è il riassorbimento delle fibre, il secondo è la coagulazione delle proteine. E' proprio così, grazie a questa tecnica, che tanto le fibre quanto le proteine non andranno disperse nella successiva cottura. Per 4 persone:
1/2 k di cervello di vitello
4 cucchiai di olio d'oliva
1 limone
sale, pepe nero
Anzitutto bisogna procedere alla pulizia del cervello, per cui è necessario sciacquarlo sotto l'acqua corrente e metterlo a bollire per 10 minuti con il succo di 1/2 limone. Quindi si dovrà privare della pellicina esterna. Il grosso è fatto, perché basterà mettere il cervello a lessare per altri 15 minuti in acqua salata, scolarlo e metterlo a raffreddare. Nel frattempo miscelate olio e l'altro mezzo limone. Una volta freddo, si può tagliare il cervello di vitello a fettine dello spessore di circa 2 cm. Disponetelo su un piatto da portata, irroratelo con l'emulsione preparata in precedenza e cospargete di pepe nero. Il cervello di vitello bollito è pronto per essere servito in tavola.
1/2 k di cervello di vitello
4 cucchiai di olio d'oliva
1 limone
sale, pepe nero
Anzitutto bisogna procedere alla pulizia del cervello, per cui è necessario sciacquarlo sotto l'acqua corrente e metterlo a bollire per 10 minuti con il succo di 1/2 limone. Quindi si dovrà privare della pellicina esterna. Il grosso è fatto, perché basterà mettere il cervello a lessare per altri 15 minuti in acqua salata, scolarlo e metterlo a raffreddare. Nel frattempo miscelate olio e l'altro mezzo limone. Una volta freddo, si può tagliare il cervello di vitello a fettine dello spessore di circa 2 cm. Disponetelo su un piatto da portata, irroratelo con l'emulsione preparata in precedenza e cospargete di pepe nero. Il cervello di vitello bollito è pronto per essere servito in tavola.
sabato 19 luglio 2014
OMELETTE ALLE ERBETTE AROMATICHE E CAPRINO
Il piatto di oggi è un classico della cucina francese, in questa mia versione le omelette alle erbette aromatiche e caprino diventano un profumatissimo secondo dal sapore intenso. Veloci e facilissime da preparare sono l'ideale per un pranzo o una cena dell'ultimo minuto. Ma parliamo un po' del formaggio caprino, ottimo alimento che negli ultimi tempi sta ritornando in auge grazie alle sue riscoperte proprietà benefiche per il nostro organismo. Addirittura il caprino sarebbe da preferire al classico vaccino, in quanto risulta più magro e più facilmente digeribile (100 grammi di caprino contengono circa 250 cal) perfetto dunque da inserire nelle diete. Inoltre il latte di capra contiene una maggior quantità di calcio e addirittura il doppio del ferro rispetto al latte di vacca. In generale risultano meglio tollerati da chi soffre di allergie alle proteine del latte vaccino, che spesso tendono al sovrappeso ed hanno disturbi al tratto intestinale. In tali casi il caprino non infiamma, ma allo stesso tempo nutre e non provoca gonfiori addominali. Ultimo dato da sottolineare, ma di certo non meno importante, è il fatto che la capra non si presta agli allevamenti intensivi, dunque non viene nutrita con i classici insilati (cioè i mangimi industriali) tutto a vantaggio della nostra salute! Per 4 persone:
4 uova
150 g di caprino
1 rametto di salvia
1 rametto di rosmarino
1 rametto di origano
olio, sale
Sminuzzate le erbette aromatiche, mescolatele e dividetele in 4 gruppetti. Tagliate a fettine sottilissime il caprino e dividete anche questo in 4 patri. Sbattete un uovo in una ciotolina e regolate di sale. In una padella antiaderente mettete un goccio d'olio e versatevi l'uovo sbattuto, spargetelo per tutta la padella e cospargete lungo tutta la sua superficie il primo gruppetto di caprino, quindi sovrapponete il primo quarto di erbette aromatiche. Con l'aiuto di due forchette formate un rotolino e lasciate cuocere per un minuto per lato. Ripetete l'operazione con le altre 3 uova. Servite le omelette alle erbette aromatiche e caprino secondo il vostro gusto calde o fredde.
4 uova
150 g di caprino
1 rametto di salvia
1 rametto di rosmarino
1 rametto di origano
olio, sale
Sminuzzate le erbette aromatiche, mescolatele e dividetele in 4 gruppetti. Tagliate a fettine sottilissime il caprino e dividete anche questo in 4 patri. Sbattete un uovo in una ciotolina e regolate di sale. In una padella antiaderente mettete un goccio d'olio e versatevi l'uovo sbattuto, spargetelo per tutta la padella e cospargete lungo tutta la sua superficie il primo gruppetto di caprino, quindi sovrapponete il primo quarto di erbette aromatiche. Con l'aiuto di due forchette formate un rotolino e lasciate cuocere per un minuto per lato. Ripetete l'operazione con le altre 3 uova. Servite le omelette alle erbette aromatiche e caprino secondo il vostro gusto calde o fredde.
mercoledì 18 giugno 2014
ASPARAGI ALLA PANCETTA GRATINATI
Oggi per voi un secondo piatto davvero goloso: gli asparagi alla pancetta gratinati, una pietanza dai colori vivaci e dal sapore deciso dato dal connubio fra asparagi e pancetta. Gli asparagi sono dotati di innumerevoli proprietà, depurativi e diuretici, ricchi di potassio, fosforo e calcio, in essi abbondano le fibre, ma forse non tutti sanno che sono un vero toccasana alla vita di coppia. E' noto infatti, fin dai tempi antichi, che gli asparagi siano un potente afrodisiaco. Ne erano fermamente convinti i Greci, mentre le donne Romane li usavano come contraccettivi, credendo che avesse questa funzione legarsi sotto le vesti un sacchetto pieno di radici di asparagi. Parlando di famosi personaggi della storia e la fama afrodisiaca degli asparagi, Napoleone III voleva che fossero sempre presenti in tavola durante le sue cene private. Mentre Luigi XIV ordinò al suo giardiniere di coltivarli tutto l'anno, e per questo motivo, in segno di gratitudine, in suo onore eresse una statua. Ancora, nel 1600 il noto erborista inglese Nicholas Culpepper, scrisse in un suo trattato che "gli asparagi suscitano desiderio negli uomini e nelle donne". Infine, ancora oggi a Bassano del Grappa durante i banchetti di nozze, è diffusa l'antica tradizione di presentare un piatto di asparagi, creduti propiziatori per gli sposi. Ma esiste davvero un collegamento fra credenze e realtà? Certamente, e ciò grazie alla massiccia presenza negli asparagi della vitamina E, capace di stimolare gli ormoni maschili, favorendo così una maggiore virilità e una vita sessuale sana. Per 4 persone:
1 k di asparagi
8 fette di pancetta tagliata sottilissima
1 noce di burro
1 cucchiaio di farina
2 tuorli
1/4 di latte
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 bicchierino di vino bianco secco
1 grattugiata di noce moscata
sale
Pulite gli asparagi e metteteli a bollire per 5 minuti, scolateli e teneteli da parte. Preparate la besciamella facendo sciogliere in padella il burro, aggiungete la farina e mescolate velocemente per eliminare i grumi. Quando il composto sarà imbiondito diluitelo lentamente con il latte, senza smettere di mescolare, salate e continuate la cottura per 5 minuti, sempre rimestando. Quindi levatelo dal fuoco e incorporatevi i 2 tuorli, il parmigiano, il vino e la noce moscata, amalgamando con cura, poi rimettete sul fuoco per un paio di minuti per addensare la besciamella. A questo punto dividete gli asparagi in otto mazzetti e arrotolate intorno a ciascuno una fetta di pancetta, lasciando scoperte le punte. Adagiate gli involtini così preparati in una pirofila da forno ricopriteli per metà con la besciamella lasciando visibile un po' di pancetta e infornate a 200° per 10 minuti. Servite gli asparagi alla pancetta gratinati direttamente nella pirofila.
1 k di asparagi
8 fette di pancetta tagliata sottilissima
1 noce di burro
1 cucchiaio di farina
2 tuorli
1/4 di latte
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
1 bicchierino di vino bianco secco
1 grattugiata di noce moscata
sale
Pulite gli asparagi e metteteli a bollire per 5 minuti, scolateli e teneteli da parte. Preparate la besciamella facendo sciogliere in padella il burro, aggiungete la farina e mescolate velocemente per eliminare i grumi. Quando il composto sarà imbiondito diluitelo lentamente con il latte, senza smettere di mescolare, salate e continuate la cottura per 5 minuti, sempre rimestando. Quindi levatelo dal fuoco e incorporatevi i 2 tuorli, il parmigiano, il vino e la noce moscata, amalgamando con cura, poi rimettete sul fuoco per un paio di minuti per addensare la besciamella. A questo punto dividete gli asparagi in otto mazzetti e arrotolate intorno a ciascuno una fetta di pancetta, lasciando scoperte le punte. Adagiate gli involtini così preparati in una pirofila da forno ricopriteli per metà con la besciamella lasciando visibile un po' di pancetta e infornate a 200° per 10 minuti. Servite gli asparagi alla pancetta gratinati direttamente nella pirofila.
lunedì 19 maggio 2014
CARCIOFI RIPIENI
Oggi cuciniamo uno dei grandi classici tra le ricette della cucina primaverile: i carciofi ripieni. Buono da gustare ma anche molto bello da vedere, il carciofo fonda le sue radici in una leggenda mitologica greca, che narra le vicissitudini del Dio degli Dei Zeus e la bella ninfa Cynara, che vuol dire cenere, perché la fanciulla aveva dei lunghi capelli color cenere. Zeus s'innamorò perdutamente di lei. Cynara era alta, longilinea e ben proporzionata, i suoi occhi di un particolarissimo colore verde con venature viola. Ma la bellezza non era l'unica qualità a contraddistinguerla, difatti aveva un cuore gentile e l'animo buono, ma era anche volubile e orgogliosa. Per questo motivo, quando Zeus iniziò a corteggiarla, Cynara lo rifiutò, e lo fece ripetutamente. Ovviamente ciò mandò Zeus su tutte le furie, tanto che decise di trasformarla in un vegetale che le somigliasse: doveva essere verde con screziature viola come i suoi occhi, spinoso e rigido come il suo carattere ma allo stesso tempo con un cuore dolce e morbido, com'era il suo animo. Nacque così il carciofo. Per 2 persone:
4 carciofi
1 l di salsa
2 uova
20 g di pecorino
2 spicchi d'aglio
100 g di mollica di pane
1 rametto di prezzemolo
sale, olio
Pulite i carciofi come nella foto: dovete eliminare le foglioline più esterne finché non le sentirete tenere. Tagliate poi intorno alla base, con un movimento circolare del coltello dall'esterno all'interno (più facile a farsi che a dirsi!!!). Tagliate infine anche la parte superiore del carciofo, eliminandone così circa la metà.

Impugnando il carciofo dalla base, sbattetelo con decisione su un tagliere. Questa operazione servirà per aprirlo a rosa, facilitando l'inserimento in esso del ripieno.

In una terrina sbriciolate la mollica, tritate finemente un aglio e il prezzemolo, aggiungete le uova e il pecorino, quindi regolate di sale e mescolate per benino il tutto.

Riempite con questo composto i carciofi, cercando di schiacciarlo il più possibile al loro interno.

E cosa farne dei gambi? Lo sappiamo, in cucina non si butta via niente, tutt'al più noi li gettiamo in pentola. Detto fatto: private il gambo della sua parte esterna sfilacciandolo con un coltello e tagliatelo a pezzettini. Ponete in una pentola un C di olio con la salsa e l'altro spicchio d'aglio, aggiungete i pezzetti di gambo dei carciofi e regolate di sale. Adagiatevi i carciofi, coperchiate e lasciate cuocere a fiamma bassissima per circa 50 minuti, smuovendo di tanto in tanto la pentola con un movimento circolare. Servite caldi i vostri carciofi ripieni.
4 carciofi
1 l di salsa
2 uova
20 g di pecorino
2 spicchi d'aglio
100 g di mollica di pane
1 rametto di prezzemolo
sale, olio
Pulite i carciofi come nella foto: dovete eliminare le foglioline più esterne finché non le sentirete tenere. Tagliate poi intorno alla base, con un movimento circolare del coltello dall'esterno all'interno (più facile a farsi che a dirsi!!!). Tagliate infine anche la parte superiore del carciofo, eliminandone così circa la metà.
Impugnando il carciofo dalla base, sbattetelo con decisione su un tagliere. Questa operazione servirà per aprirlo a rosa, facilitando l'inserimento in esso del ripieno.
In una terrina sbriciolate la mollica, tritate finemente un aglio e il prezzemolo, aggiungete le uova e il pecorino, quindi regolate di sale e mescolate per benino il tutto.
Riempite con questo composto i carciofi, cercando di schiacciarlo il più possibile al loro interno.
E cosa farne dei gambi? Lo sappiamo, in cucina non si butta via niente, tutt'al più noi li gettiamo in pentola. Detto fatto: private il gambo della sua parte esterna sfilacciandolo con un coltello e tagliatelo a pezzettini. Ponete in una pentola un C di olio con la salsa e l'altro spicchio d'aglio, aggiungete i pezzetti di gambo dei carciofi e regolate di sale. Adagiatevi i carciofi, coperchiate e lasciate cuocere a fiamma bassissima per circa 50 minuti, smuovendo di tanto in tanto la pentola con un movimento circolare. Servite caldi i vostri carciofi ripieni.
venerdì 2 maggio 2014
CORATELLA DI AGNELLO
Anche se è passata da poco questa festività, una tipica preparazione pasquale è senza dubbio la coratella di agnello. Le sue origini sono molto antiche e tipiche della cucina povera. Oltre al fatto di servire in tavola un piatto davvero gustoso, ricco di preziosi nutrienti e sostanzioso, mi piace il fatto di farvi spendere poco. Infatti, la coratella è considerata per così dire una parte di scarto del macello, essendo le interiora dell'agnello. Tuttavia rappresentano per il nostro organismo una fonte davvero ricca di sali minerali quali ferro, zinco e rame. Abbondano inoltre di vitamine, in particolare la A, B, PP, B12, B1 e B2 e tutto ciò a prezzi davvero modici :-) Con il termine coratella generalmente si indicano tutte le parti interne alla cassa toracica e addominale dell'agnello. Una volta macellato, il quadrupede viene suddiviso in quarti e la coratella viene fatta rientrare nelle parti denominate frattaglie. La coratella viene anche denominata quinto quarto. Questa definizione è antichissima e deriva dal fatto che il guadagno che un tempo veniva ricavato dalla vendita della coratella, rappresentava più o meno quello che veniva ottenuto in denaro dalla vendita di un intero quarto d'agnello. Per 4 persone:
600 g di coratella d'agnello
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 peperoncino piccante
1 foglia d'alloro
5 pomodorini
1 rametto di: salvia, rosmarino, origano, sedano
1 ciuffo di prezzemolo
1/2 bicchiere di vino rosso
1/2 bicchiere d'acqua
sale, olio
La ricetta è davvero elementare: Lavate la coratella e privatela delle parti grasse in eccesso, tagliatela quindi a dadini. Sminuzzate l'aglio e la cipolla, tagliate a listarelle i pomodorini e ponete tutto in pentola a pressione. Aggiungete tutti gli altri odori finemente tritati e regolate di sale. Incorporate 3 cucchiai d'olio e il vino. Lasciate cuocere fino al sibilo a fiamma viva, dopodicché abbassatela al minimo e proseguite la cottura per altri 15 minuti. Servite la coratella di agnello ben calda e buona scarpetta a tutti :-)))
600 g di coratella d'agnello
1 cipolla
2 spicchi d'aglio
1 peperoncino piccante
1 foglia d'alloro
5 pomodorini
1 rametto di: salvia, rosmarino, origano, sedano
1 ciuffo di prezzemolo
1/2 bicchiere di vino rosso
1/2 bicchiere d'acqua
sale, olio
La ricetta è davvero elementare: Lavate la coratella e privatela delle parti grasse in eccesso, tagliatela quindi a dadini. Sminuzzate l'aglio e la cipolla, tagliate a listarelle i pomodorini e ponete tutto in pentola a pressione. Aggiungete tutti gli altri odori finemente tritati e regolate di sale. Incorporate 3 cucchiai d'olio e il vino. Lasciate cuocere fino al sibilo a fiamma viva, dopodicché abbassatela al minimo e proseguite la cottura per altri 15 minuti. Servite la coratella di agnello ben calda e buona scarpetta a tutti :-)))
lunedì 7 aprile 2014
MERLUZZO ALLE MELE
La ricetta di oggi è dedicata a tutti gli amanti dei gusti agrodolci, una miscellanea di sapori di mare e frutta, il merluzzo alle mele. Questo apprezzabile frutto ricorre spesso nei racconti storici e in numerose leggende. Nella mitologia greca, per esempio, è molto bella la storia di Atlanta e Ippomene. Lei era figlia del re dell'Arcadia, Iaso, il quale aveva sempre desiderato un figlio maschio per cui, alla sua nascita, decise bene di abbandonarla su un monte. Li fu ritrovata da un'orsa che l'accudì e la nutrì amorevolmente, fino a quando un gruppo di pastori la prelevarono e la portarono con se, facendola crescere serenamente. Atlanta mostrò fin dalla più tenera età una particolare propensione verso le attività motorie e presto si consacrò alla dea Diana. Presto in tutta l'Arcadia si sparse la voce che fu ritrovata una bellissima ragazza molto abile nei giochi sportivi, che a quel tempo erano molto praticati, brava soprattutto nella corsa. Re Iaso, vedendo un'opportunità in un matrimonio che potesse rendere più potente la sua casata, decise di riprendere con se Atlanta, imponendole però di sposarsi. Lei non volle, ma scese ad un patto col padre: si sarebbe unita all'uomo capace di batterla nella corsa, nella quale non aveva assolutamente rivali. Si presentò allora un bellissimo giovane, Ippomene, anch'esso molto bravo nella corsa, ma senza nessuna speranza di batterla. Innamoratissimo di Atlanta, egli si rivolse a Venere, chiedendo il suo aiuto. La dea dell'amore gli donò 3 mele d'oro, frutti dell'albero che cresceva nel giardino delle Esperidi, leggendarie figlie della notte. Arrivò il giorno dei giochi, la corsa iniziò e non appena Ippomene fu raggiunto da Atlanta, lasciò cadere la prima mela. La fanciulla, affascinata dal suo luccichio, si chinò per raccoglierla, permettendo ad Ippomene di distaccarla. Ma la ragazza lo raggiunse nuovamente, quindi Ippomene attuò lo stesso stratagemma per 2 volte, lasciando cadere le altre 2 mele, cosicché vinse la gara. Atlanta, tutt'altro che scontenta per l'esito della corsa, sposo il suo Ippomene. Per 4 persone:
800 g di merluzzo
1 cipolla grossa
2 mele
1 limone
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di farina
2 cucchiaini di curry
1 bicchiere di vino bianco
sale, olio, pepe nero
Irrorate il pesce con il succo del limone e lasciatelo riposare per 15 minuti. In una padella fate imbiondire la cipolla tritata con poco olio. Sbucciate le mele e privatele del torsolo, quindi tagliatele a fette nel senso orizzontale, aggiungetele alle cipolle e lasciatele rosolare da tutti i lati. Cospargetele con una buona presa di sale, un pizzico di pepe, lo zucchero ed il curry. Salate leggermente il merluzzo, adagiatelo sopra le mele e spolverizzatelo con la farina. Bagnatelo con il vino e infornate a 220° per 20 minuti. Servite il merluzzo alle mele ben caldo nello stesso recipiente di cottura.
800 g di merluzzo
1 cipolla grossa
2 mele
1 limone
1 cucchiaio di zucchero
1 cucchiaio di farina
2 cucchiaini di curry
1 bicchiere di vino bianco
sale, olio, pepe nero
Irrorate il pesce con il succo del limone e lasciatelo riposare per 15 minuti. In una padella fate imbiondire la cipolla tritata con poco olio. Sbucciate le mele e privatele del torsolo, quindi tagliatele a fette nel senso orizzontale, aggiungetele alle cipolle e lasciatele rosolare da tutti i lati. Cospargetele con una buona presa di sale, un pizzico di pepe, lo zucchero ed il curry. Salate leggermente il merluzzo, adagiatelo sopra le mele e spolverizzatelo con la farina. Bagnatelo con il vino e infornate a 220° per 20 minuti. Servite il merluzzo alle mele ben caldo nello stesso recipiente di cottura.
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mercoledì 19 marzo 2014
POLPETTE DI LEGUMI E PATATE
Se volete gustare un piatto davvero nutriente, fritto, senza avere rimorsi e senza dover fare troppo i conti con la bilancia, vi suggerisco le polpette di legumi e patate. Eh si, vi propongo una frittura, deliziosa e molto particolare, ma se volete evitarla potete anche preparare e polpette e infornarle, in modo da renderle più leggere. Le polpette di legumi e patate hanno un effetto davvero saziante, perché i legumi secchi addirittura triplicano il loro peso e volume dopo la cottura. In questa preparazione i legumi presenti sono i ceci e le lenticchie, che si sa, hanno la nomea di portare denaro e buona sorte, sopratutto se consumate durante il cenone di capodanno. Ma da cosa deriva questa credenza? Si narra che molti secoli fa, un povero contadino ricavò dal suo raccolto di lenticchie solo un misero sacchetto, con il quale avrebbe dovuto sfamare la sua numerosa famiglia fino al prossimo inverno. Il disperato supplicò il cielo di donargli lo stretto necessario per riuscire a tirare avanti. Con sua immensa sorpresa e il cuore ricolmo di gioia, il giorno seguente l'uomo trovò al posto del sacchetto di lenticchie un saccho pieno di monete di oro zecchino, che permisero a lui e alla sua famiglia di vivere nell'agio per il resto della loro vita. Per 4 persone:
40 g di lenticchie cotte
40 g di ceci cotti
200 g di patate
2 carote
1 uovo
60 g di pangrattato
50 g di parmigiano grattugiato
crema di aceto balsamico
maggiorana, sale, pepe nero, olio di semi
Sbucciate le carote e le patate, riducetele in pezzettini e bollitele in acqua salata finché non risulteranno morbide. Scolatele e schiacciatele in una ciotola con una forchetta. Unitevi i legumi sgocciolati, metà del pangrattato, l'uovo, il parmigiano e la maggiosana. Regolate di sale e di pepe e amalgamate bene il tutto. Quindi, con le mani umide, formate delle polpette, ripassatele nel rimanente pangrattato e friggetele in abbondante olio fino alla loro doratura. Scolatele e ponetele ad asciugare su un pannocarta. Servite le polpette di legumi e patate ben calde e decorate con una spruzzatina di crema di aceto balsamico.
40 g di lenticchie cotte
40 g di ceci cotti
200 g di patate
2 carote
1 uovo
60 g di pangrattato
50 g di parmigiano grattugiato
crema di aceto balsamico
maggiorana, sale, pepe nero, olio di semi
Sbucciate le carote e le patate, riducetele in pezzettini e bollitele in acqua salata finché non risulteranno morbide. Scolatele e schiacciatele in una ciotola con una forchetta. Unitevi i legumi sgocciolati, metà del pangrattato, l'uovo, il parmigiano e la maggiosana. Regolate di sale e di pepe e amalgamate bene il tutto. Quindi, con le mani umide, formate delle polpette, ripassatele nel rimanente pangrattato e friggetele in abbondante olio fino alla loro doratura. Scolatele e ponetele ad asciugare su un pannocarta. Servite le polpette di legumi e patate ben calde e decorate con una spruzzatina di crema di aceto balsamico.
giovedì 27 febbraio 2014
CONIGLIO AL VINO BIANCO
Con questa ricetta partecipo al "Non-contest di Ricette Calorie"
Oggi vi propongo una succulenta ricetta per gustare il coniglio al vino bianco, facile e veloce. Lo sapevate che nelle popolazioni orientali il coniglio viene associato da una fantasiosa leggenda alla luna? In particolare i cinesi vedono disegnato un coniglio che siede sulle sue zampe posteriori di fronte ad un mortaio sul lato illuminato della luna piena. Si narra che si trovi in quella posizione perchè un'antica favola buddista ci racconta dell'amicizia fra un coniglio, uno sciacallo, una scimmia e una lontra, i quali, il giorno sacro buddista dedicato alla carità, decisero di fare un'opera di bene. Incontrato un povero mendicante pensarono giustamente di sfamarlo. Allora la scimmia si arrampicò sugli alberi raccogliendo della frutta, la lontra si tuffo nel fiume per catturare dei pesci, lo sciacallo pensò bene di rubare del cibo da una casa incustodita mentre il povero coniglio non fece altro che raccogliere delle erbette di campo. Ma non soddisfatto e umiliato per il suo semplice dono offrì le sue stesse carni gettandosi nel fuoco. Il mendicante, stupito e commosso dal gesto estremo del coniglio, rivelandosi essere in realtà la divinità induista Sakra, decise di ricordarlo per sempre a tutte le generazioni future disegnandolo, per l'appunto, sulla luna. La storia è bellissima, ma noi ora ce lo mangiamo :-))) Per 4 persone:
1 coniglio
1 foglia di alloro
1 rametto di: salvia, rosmarino, origano, prezzemolo, sedano
3 spicchi d'aglio
2 bicchieri pieni di vino bianco
olio, sale
Lavate e tagliate a pezzi il coniglio. In una casseruola larga e bassa lasciate appassire tutti gli odori minuzzati con un fondo d'olio, quindi unite il coniglio e fatelo leggermente rosolate da entrambi i lati. A questo punto aggiungete il vino, che dovrà coprire completamente o quasi tutti i pezzi. Lasciate cucinare a fuoco moderato, rigirando di tanto in tanto, fino a che il vino non sarà quasi completamente ritirato. Se siete amanti come me della scarpetta, vi consiglio di lasciarlo un po più brodosetto, sarà una vera goduria! Terminata la cottura, aggiustate di sale, rigirate per un minutino e servite ben caldo questo saporitissimo coniglio al vino bianco.
giovedì 6 febbraio 2014
INVOLTINI DI POLLO
Oggi vi propongo una ricetta che donerà alla vostra tavola colore e leggerezza, non dimenticando il gusto e la sostanza: gli involtini di pollo. Ma prima voglio raccontarvi la storia del filosofo scienziato inglese Francesco Bacone (1561-1626) e il pollo. Una fredda mattina, durante la sua usuale passeggiata in carrozza con l'amico Witherborne, Bacone si accorse che la ruota aveva fatto affiorare dell'erba fresca e verde, come se fosse appena spuntata. Sceso dal mezzo, si recò presso un'abitazione poco lontana e acquistò un pollo. Lo fece sgozzare ed eviscerare, quindi lo riempì di neve. La sua intenzione era quella di dimostrare che, oltre alla già ben nota conservazione sotto sale, gli alimenti potessero mantenersi a lungo senza deteriorarsi anche a basse temperature. Purtroppo non si hanno notizie storiche certe sull'esperimento di Bacone, anche perché il poverino fu sopraggiunto da un malore, e, portato a letto dall'amico fidato, di li a pochi giorni morì di polmonite. Per 4 persone:
400 g di petto di pollo
2 uova
1 cipolla
4 carote
200 g di pancetta a fette sottilissime
1 mozzarella
origano, olio, sale, pepe nero
Tritate abbastanza finemente la cipolla e le carote e mettetele in un tegame con 1 bicchiere d'acqua e 2 cucchiai d'olio. Tagliate a strisce la mozzarella e con le 2 uova fate una frittatina. Stendete sul piano di lavoro le fette di petto di pollo. Non devono essere molto grandi, eventualmente tagliatele in modo da ottenere degli involtini di circa 6 cm. Adagiate su ogni pezzo di pollo una fettina di pancetta, un po' di frittata e una striscia di mozzarella. Fate attenzione a non far fuoriuscire il ripieno, sopratutto la mozzarella durante la cottura, fondendosi, potrebbe colare via :-( Cospargete di origano e arrotolate su se stesso l'involtino. Chiudetelo per benino da tutti i lati con degli stuzzicadenti e mettetelo in tegame. Procedete così formando gli altri involtini di pollo. Regolate di sale e spolverizzate con una bella presa di pepe nero. Cuocete per 30 minuti a fuoco medio rigirandoli di tanto in tanto.
400 g di petto di pollo
2 uova
1 cipolla
4 carote
200 g di pancetta a fette sottilissime
1 mozzarella
origano, olio, sale, pepe nero
Tritate abbastanza finemente la cipolla e le carote e mettetele in un tegame con 1 bicchiere d'acqua e 2 cucchiai d'olio. Tagliate a strisce la mozzarella e con le 2 uova fate una frittatina. Stendete sul piano di lavoro le fette di petto di pollo. Non devono essere molto grandi, eventualmente tagliatele in modo da ottenere degli involtini di circa 6 cm. Adagiate su ogni pezzo di pollo una fettina di pancetta, un po' di frittata e una striscia di mozzarella. Fate attenzione a non far fuoriuscire il ripieno, sopratutto la mozzarella durante la cottura, fondendosi, potrebbe colare via :-( Cospargete di origano e arrotolate su se stesso l'involtino. Chiudetelo per benino da tutti i lati con degli stuzzicadenti e mettetelo in tegame. Procedete così formando gli altri involtini di pollo. Regolate di sale e spolverizzate con una bella presa di pepe nero. Cuocete per 30 minuti a fuoco medio rigirandoli di tanto in tanto.
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lunedì 20 gennaio 2014
PASTICCIO DI MERLUZZO
Brutto da vedere, ottimo per il palato. Ve lo presento, il pasticcio di merluzzo. Questo pesce dalle carni candide è tipico dell'Oceano Atlantico, nel Mediterraneo non esiste. Il merluzzo è una pietanza prelibata, apprezzata tantissimo anche da illustri nomi del passato: la storia ci racconta infatti, che Carlo V d'Asburgo, durante il viaggio che nel 1530 lo portava verso Bologna per essere incoronato imperatore da papa Clemente VI, fece tappa a Sandrigo, nel comune di Vicenza. Proprio fra le mura di palazzo dei Sesso, dove alloggiò per qualche giorno, venne a conoscenza del fatto che i condannati a morte richiedevano, come ultimo desiderio, un piatto di polenta e merluzzo. Incuriosito, volle a tutti i costi assaggiarlo. Carlo V rimase così soddisfatto tanto da nominare "cavaliere" tutti i presenti al banchetto. Per 4 persone:
1 k di merluzzo
500 g di patate
50 g di prosciutto crudo
1 cipolla
1 uovo
2 cucchiai di aceto
1 bicchiere di latte
1/2 l di brodo
30 g di farina
2 foglie di alloro
5 grani di pepe nero
olio, sale, pepe nero in polvere
Bollite le patate già sbucciate in acqua salata e passatele al setaccio. Nel frattempo sbollentate il merluzzo anch'esso in acqua salata con l'aggiunta dell'alloro e del pepe in grani per 15 minuti. In una casseruola lasciate imbiondire la cipolla e il prosciutto tagliati a listarelle sottili, unite la farina eliminando gli eventuali grumi e diluite con il brodo caldo. Salate, pepate e cuocete per 10 minuti senza mai smettere di rimestare. In una ciotola incorporate alle patate schiacciate l'uovo. Lavorate bene il purè e trasferitelo in una placca da forno antiaderente, quindi adagiatevi metà della salsa. Scolate il merluzzo, privatelo della pelle e delle spine e sbriciolatelo fra le dita. Disponete anche questo nella pirofila e ricoprite il tutto con la rimanente salsa. Infornate a 240° per 20 minuti, quindi portate in tavola il pasticcio di merluzzo ben caldo.
1 k di merluzzo
500 g di patate
50 g di prosciutto crudo
1 cipolla
1 uovo
2 cucchiai di aceto
1 bicchiere di latte
1/2 l di brodo
30 g di farina
2 foglie di alloro
5 grani di pepe nero
olio, sale, pepe nero in polvere
Bollite le patate già sbucciate in acqua salata e passatele al setaccio. Nel frattempo sbollentate il merluzzo anch'esso in acqua salata con l'aggiunta dell'alloro e del pepe in grani per 15 minuti. In una casseruola lasciate imbiondire la cipolla e il prosciutto tagliati a listarelle sottili, unite la farina eliminando gli eventuali grumi e diluite con il brodo caldo. Salate, pepate e cuocete per 10 minuti senza mai smettere di rimestare. In una ciotola incorporate alle patate schiacciate l'uovo. Lavorate bene il purè e trasferitelo in una placca da forno antiaderente, quindi adagiatevi metà della salsa. Scolate il merluzzo, privatelo della pelle e delle spine e sbriciolatelo fra le dita. Disponete anche questo nella pirofila e ricoprite il tutto con la rimanente salsa. Infornate a 240° per 20 minuti, quindi portate in tavola il pasticcio di merluzzo ben caldo.
venerdì 3 gennaio 2014
MELANZANE RIPIENE ALLA PUGLIESE
Le melanzane ripiene alla pugliese sono una fantastica ricetta che ho appreso dalla cucina di mia suocera. In realtà a casa mia (cioè mio padre) le cucina diversamente, e presto vi posterò anche quest'altra versione per farvi gustare la differenza. Abbiamo già parlato in altri post dei benefici che si ottengono dal consumo della melanzana, oggi possiamo aggiungere che le sostanze amarognole contenute in questo ortaggio, aiutano ad abbassare il tasso di colesterolo cattivo nel sangue. Inoltre l'assunzione delle melanzane stimola la creazione della bile, che viene prodotta dal nostro organismo fra un pasto e l'altro, e mangiando viene iniettata nel duodeno dove collabora alla digestione. Per 6 persone:
6 melanzane di piccola dimensione
200 g di mollica di pane raffermo
2 uova
2 spicchi d'aglio
1 ciuffo di prezzemolo
6 cucchiai abbondanti di pecorino grattugiato
10 pomodorini ciliegino
olio, sale
Tagliate le melanzane nel senso della lunghezza a metà, svuotatele della polpa e riducetela a cubetti, che metterete a cuocere per 15 minuti in una padella antiaderente con olio, sale, la mollica di pane sbriciolata non troppo finemente con il trito di prezzemolo e aglio. A metà cottura vi consiglio di aggiungere una tazzina d'acqua, perchè la melanzana ha il brutto vizio di assorbire tanto olio e rischiate un attaccamento generale.... Lasciate raffreddare e nel frattempo pelate i pomodorini e sfilettateli, uniteli quindi al composto ormai tiepido e aggiungete anche il pecorino e le uova. Amalgamate bene il tutto e con questo composto riempite l'involucro delle melanzane svuotate in precedenza. In una placca da forno antiaderente unta leggermente d'olio aggiungete un'altra tazzina d'acqua e adagiatevi su le melanzane. Infornate a 200° per 45 minuti. Le melanzane ripiene alla pugliese sono buonissime calde, ma vi assicuro, ottime il giorno dopo!
6 melanzane di piccola dimensione
200 g di mollica di pane raffermo
2 uova
2 spicchi d'aglio
1 ciuffo di prezzemolo
6 cucchiai abbondanti di pecorino grattugiato
10 pomodorini ciliegino
olio, sale
Tagliate le melanzane nel senso della lunghezza a metà, svuotatele della polpa e riducetela a cubetti, che metterete a cuocere per 15 minuti in una padella antiaderente con olio, sale, la mollica di pane sbriciolata non troppo finemente con il trito di prezzemolo e aglio. A metà cottura vi consiglio di aggiungere una tazzina d'acqua, perchè la melanzana ha il brutto vizio di assorbire tanto olio e rischiate un attaccamento generale.... Lasciate raffreddare e nel frattempo pelate i pomodorini e sfilettateli, uniteli quindi al composto ormai tiepido e aggiungete anche il pecorino e le uova. Amalgamate bene il tutto e con questo composto riempite l'involucro delle melanzane svuotate in precedenza. In una placca da forno antiaderente unta leggermente d'olio aggiungete un'altra tazzina d'acqua e adagiatevi su le melanzane. Infornate a 200° per 45 minuti. Le melanzane ripiene alla pugliese sono buonissime calde, ma vi assicuro, ottime il giorno dopo!
venerdì 22 novembre 2013
PEPERONI RIPIENI DI MARE
I peperoni ripieni di mare sono una ricetta molto semplice da realizzare e allo stesso tempo ricca di sostanza, un colorato e allegro piatto unico di verdure e pesce. In questa preparazione ho usato il palombo, che udite udite, è uno squalo! E si, proprio come la verdesca il palombo è un'innocuo squaliforme fra i più pregiati e gustosi, diffusissimo anche nel nostro bacino del Mediterraneo. Spessissimo venduto a tranci, si può facilmente riconoscerlo dal fatto che si presenta totalmente senza lische ed ha una colonna vertebrale a forma di croce. Per la sua bontà può essere tranquillamente sostituito, in alcune preparazioni, al pesce spada, molto più costoso e pregiato. Per 4 persone:
4 peperoni
200 g di palombo in tranci
400 g di gamberetti
4 pomodori maturi
10 olive nere e verdi
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
100 g di mollica di pane
2 spicchi d'aglio
abbondante origano
sale, pepe nero, olio
Tagliate a metà i peperoni asportando il picciolo e la parte interna di filamenti e semi, poneteli con la parte aperta rivolta verso l'alto in forno per 10 minuti o nel microonde per 5 minuti. Nel frattempo sbollentate per 5 minuti i gamberetti e per 10 il palombo, che sbriciolerete fra le dita in piccole parti in una ciotola, aggiungete i gamberetti e l'aglio tritato finemente. Tagliate a piccoli cubetti i pomodori, snocciolate le olive e riducete anch'esse in pezzetti. Incorporate tutto nella ciotola, aggiungendo i rimanenti ingredienti, avendo cura di aggiustare di sale e di condire con abbondante origano e pepe nero. Amalgamate bene il tutto e riempite con questo ripieno i peperoni. Prima d'infornare a 200° per 20 minuti, irrorate ogni peperone ripieno di mare con un C di olio. Sono ottimi serviti caldi ma anche freddi il giorno dopo.
4 peperoni
200 g di palombo in tranci
400 g di gamberetti
4 pomodori maturi
10 olive nere e verdi
1 cucchiaio di pecorino grattugiato
100 g di mollica di pane
2 spicchi d'aglio
abbondante origano
sale, pepe nero, olio
Tagliate a metà i peperoni asportando il picciolo e la parte interna di filamenti e semi, poneteli con la parte aperta rivolta verso l'alto in forno per 10 minuti o nel microonde per 5 minuti. Nel frattempo sbollentate per 5 minuti i gamberetti e per 10 il palombo, che sbriciolerete fra le dita in piccole parti in una ciotola, aggiungete i gamberetti e l'aglio tritato finemente. Tagliate a piccoli cubetti i pomodori, snocciolate le olive e riducete anch'esse in pezzetti. Incorporate tutto nella ciotola, aggiungendo i rimanenti ingredienti, avendo cura di aggiustare di sale e di condire con abbondante origano e pepe nero. Amalgamate bene il tutto e riempite con questo ripieno i peperoni. Prima d'infornare a 200° per 20 minuti, irrorate ogni peperone ripieno di mare con un C di olio. Sono ottimi serviti caldi ma anche freddi il giorno dopo.
mercoledì 20 novembre 2013
ARISTA AL PEPE ROSA
Arista al pepe rosa. L'arista è un pezzo del maiale molto versatile che si presta bene a molte preparazioni, oggi cucinato per voi in questa ricetta in bianco al pepe rosa. In effetti quest'ultima spezia non è propriamente un pepe, infatti è chiamata anche falso pepe, perchè non deriva dalla stessa pianta di quello nero, bianco e verde (il piper nigrum) bensì dal shinus molle, originario del sud America e oggi coltivato un po ovunque. La fragranza e la bellezza del suo frutto (pensate che io l'ho utilizzato come centrotavola e come segnaposto il giorno del mio matrimonio) non sono le sue uniche caratteristiche: infatti ha proprietà diuretiche, antisettiche e favorisce la digestione. Per 4 persone:
500 g di arista in un solo pezzo
2 cipolle grosse
1 cucchiaio di pepe rosa in grani
1/2 cucchiaino di semi di finocchio
olio, sale
Versate in una casseruola un fondo d'olio e fatevi rosolare la carne da tutti i lati per sigillarne i succhi. Tenetela da parte. Nel frattempo affettate finemente la cipolla e soffriggetela per 5 minuti nel fondo di cottura dell'arista. Aggiungete nuovamente in casseruola il pezzo di carne, salate e unite i semi di finocchio e 1/2 cucchiaio di pepe rosa. Incorporate dell'acqua, sufficiente a ricoprire completamente le cipolle. Coperchiate e fate cuocere a fuoco medio per circa 1 ora, aggiungendo all'occorrenza altra acqua. Una volta cotta lasciate raffreddare, dopodicchè tagliate l'arista al pepe rosa a fette sottili di circa 1/2 centimetro. Servitela accompagnata dalla cipolla e decorata con i rimanenti grani di pepe rosa.
500 g di arista in un solo pezzo
2 cipolle grosse
1 cucchiaio di pepe rosa in grani
1/2 cucchiaino di semi di finocchio
olio, sale
Versate in una casseruola un fondo d'olio e fatevi rosolare la carne da tutti i lati per sigillarne i succhi. Tenetela da parte. Nel frattempo affettate finemente la cipolla e soffriggetela per 5 minuti nel fondo di cottura dell'arista. Aggiungete nuovamente in casseruola il pezzo di carne, salate e unite i semi di finocchio e 1/2 cucchiaio di pepe rosa. Incorporate dell'acqua, sufficiente a ricoprire completamente le cipolle. Coperchiate e fate cuocere a fuoco medio per circa 1 ora, aggiungendo all'occorrenza altra acqua. Una volta cotta lasciate raffreddare, dopodicchè tagliate l'arista al pepe rosa a fette sottili di circa 1/2 centimetro. Servitela accompagnata dalla cipolla e decorata con i rimanenti grani di pepe rosa.
venerdì 8 novembre 2013
BACCALA' AL BATTUTO DI CAROTE
Il baccalà al battuto di carote: un piatto di pesce povero della tradizione del sud, originalissimo per gusto e colore. Ma cos'è il baccalà? Uno scrittore cubano l'ha simpaticamente definito "nient'altro che una mummia commestibile" (A. Hernandez Catà). A me piace molto questa definizione perchè in effetti, altro non è che il merluzzo conservato sotto sale. Quindi, prima d'essere cucinato, va tenuto a bagno per due giorni, e l'acqua va cambiata almeno ogni 6 ore. Degli utili consigli nella scelta all'acquisto del baccalà sono anzitutto il colore della carne: non dev'essere giallastra ma bianca. La pelle deve essere molto chiara e la polpa elastica e al tempo stesso morbida. Infine 2 parole sulle dimensioni: nella parte centrale il baccalà non deve essere più basso di 3 centimetri e la sua lunghezza non deve essere inferiore ai 40. Per 2 persone:
4 tranci di baccalà
4 grosse carote
1 cipolla
1 ciuffetto di prezzemolo
1 costa di sedano
1 bicchiere di vino bianco secco
sale, olio, pepe bianco
Una volta dissalato il baccalà è pronto per essere cucinato. Riducete a julienne la carota, tritate la cipolla, il sedano e il prezzemolo e ponete tutto in una casseruola larga e bassa con l'olio, regolate con pochissimo sale. A fiamma bassa lasciate appassire per una decina di minuti. Quindi aggiungete i tranci di baccalà, spolverate col pepe bianco, rosolateli 5 minuti per parte e aggiungete il vino. Lasciate sobollire per altri 30 minuti circa a fuoco medio, rigirando a metà cottura. Il vostro baccalà al battuto di carote è pronto per essere servito in tavola ben caldo.
4 tranci di baccalà
4 grosse carote
1 cipolla
1 ciuffetto di prezzemolo
1 costa di sedano
1 bicchiere di vino bianco secco
sale, olio, pepe bianco
Una volta dissalato il baccalà è pronto per essere cucinato. Riducete a julienne la carota, tritate la cipolla, il sedano e il prezzemolo e ponete tutto in una casseruola larga e bassa con l'olio, regolate con pochissimo sale. A fiamma bassa lasciate appassire per una decina di minuti. Quindi aggiungete i tranci di baccalà, spolverate col pepe bianco, rosolateli 5 minuti per parte e aggiungete il vino. Lasciate sobollire per altri 30 minuti circa a fuoco medio, rigirando a metà cottura. Il vostro baccalà al battuto di carote è pronto per essere servito in tavola ben caldo.
martedì 15 ottobre 2013
CARRE' DI MAIALE ALLE PRUGNE
Perché cucinare la solita e semplice bistecca di maiale? Guardate un pò che cosa si può fare con poco aggiungendo molto più gusto, sapore e un pizzico di stravaganza: il carrè di maiale alle prugne. Ma facciamo un pò di anatomia spicciola del suino. Il carrè è un particolare taglio del maiale che deriva dalla parte posteriore delle costole. Esso include tanto la polpa quanto le ossa. Il carrè viene anche chiamato "taglio Modena". Se la parte posteriore del carrè viene disossata si ottiene la lonza, da quella anteriore si ricavano le braciole. Per 6 persone:
1 k di carrè di maiale in un pezzo unico
400 g di prugne
6 scalogni
1 bicchiere di vino bianco
50 g di burro
olio, sale, pepe rosa, timo
Cospargete il carrè di maiale con il burro precedentemente ammollato, salatelo, pepatelo uniformemente e aromatizzatelo col timo. Mettete in una placca da forno 1 cucchiaio d'olio, disponetevi il carrè di maiale con gli spicchi di scalogno sbucciati. Infornate a 180° per 30 minuti, facendo ben rosolare la carne da tutti i lati. Bagnate con il vino bianco, aggiungete le prugne e proseguite la cottura per altri 30 minuti. Servite il carrè di maiale alle prugne ben caldo.
1 k di carrè di maiale in un pezzo unico
400 g di prugne
6 scalogni
1 bicchiere di vino bianco
50 g di burro
olio, sale, pepe rosa, timo
Cospargete il carrè di maiale con il burro precedentemente ammollato, salatelo, pepatelo uniformemente e aromatizzatelo col timo. Mettete in una placca da forno 1 cucchiaio d'olio, disponetevi il carrè di maiale con gli spicchi di scalogno sbucciati. Infornate a 180° per 30 minuti, facendo ben rosolare la carne da tutti i lati. Bagnate con il vino bianco, aggiungete le prugne e proseguite la cottura per altri 30 minuti. Servite il carrè di maiale alle prugne ben caldo.
giovedì 26 settembre 2013
ARISTA ALLE MELANZANE IN CARROZZA
Se vi va di mangiare un secondo di carne goloso, oggi vi propongo un pezzo del maiale molto gustoso: l'arista, arricchito dal sapore della melanzana, il tutto in carrozza. Completa il piatto la presenza della farcitura con l'emmental. Tutti sappiamo che è il famosissimo formaggio svizzero dal sapore dolce. La sua caratteristica principale è rappresentata dai grandi buchi dovute a sacche di gas di anidride carbonica che si formano durante la fase di maturazione, per la fermentazione dell'acido propionico, che è il responsabile anche del caratteristico odore e aroma. Per 4 persone:
2 melanzane
12 fette di arista
12 fette di emmental
1 uovo
100 g di pangrattato
sale, olio di semi
Appiattite leggermente le fette di arista con un batticarne e salatele. Lavate le melanzane e tagliate anch'esse a fettine nel senso longitudinale, insaporitele con un pizzico di sale. Disponete su ciascuna melanzana una fettina di arista e una di emmental. Avvolgetela su se stessa, fermate il tutto con uno stuzzicadenti confezionando così degli involtini. Quindi passatela nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Friggetele in olio bollente fino a che non saranno dorate. Sgocciolate l'arista alle melanzane in carrozza e servitela ancora calda.
2 melanzane
12 fette di arista
12 fette di emmental
1 uovo
100 g di pangrattato
sale, olio di semi
Appiattite leggermente le fette di arista con un batticarne e salatele. Lavate le melanzane e tagliate anch'esse a fettine nel senso longitudinale, insaporitele con un pizzico di sale. Disponete su ciascuna melanzana una fettina di arista e una di emmental. Avvolgetela su se stessa, fermate il tutto con uno stuzzicadenti confezionando così degli involtini. Quindi passatela nell'uovo sbattuto e poi nel pangrattato. Friggetele in olio bollente fino a che non saranno dorate. Sgocciolate l'arista alle melanzane in carrozza e servitela ancora calda.
sabato 14 settembre 2013
CODA DI ROSPO ALLE PRUGNE
Oggi voglio proporvi un secondo di mare molto particolare, perché cucinato con la frutta, e al tempo stesso dal sapore molto delicato, che è la particolarità di questo pesce: parlo della coda di rospo alle prugne. La coda di rospo, altrimenti detta rana pescatrice, è un pesce di fondale: il suo habitat ideale è fra i 20 e i 1000 metri di profondità, prediligendo sabbia e sassolini. Questi sono di fondamentale importanza per la sua nutrizione. Infatti la rana pescatrice ha l'abitudine di insabbiarsi aspettando la preda, che cattura usando come esca una parte di se stessa, che sembra una canna da pesca. Quando il "malcapitato" si avvicina, lo ingoia senza pietà. Per 6 persone:
1 k di coda di rospo
500 g di prugne
2 cipolle
1cucchiaio di pepe rosa in grani
1/2 l di vino bianco secco
4 cucchiai di olio d'oliva
sale, pepe nero
Affettate le cipolle e rosolatele a fuoco dolce con l'olio e 4 cucchiai d'acqua. Tagliate la coda di rospo in 6 medaglioni e aggiungeteli in tegame, salateli leggermente su entrambi i lati e lasciateli imbiondire per 5 minuti. Trasferite la coda di rospo in una grande pirofila da forno, contornatela delle prugne intere, condite con i grani di pepe rosa e il pepe nero, aggiustate di sale e irrorate con il vino. Infornate la coda di rospo alle prugne a 200° per 15 minuti senza rigirarla. Servite ben calda.
1 k di coda di rospo
500 g di prugne
2 cipolle
1cucchiaio di pepe rosa in grani
1/2 l di vino bianco secco
4 cucchiai di olio d'oliva
sale, pepe nero
Affettate le cipolle e rosolatele a fuoco dolce con l'olio e 4 cucchiai d'acqua. Tagliate la coda di rospo in 6 medaglioni e aggiungeteli in tegame, salateli leggermente su entrambi i lati e lasciateli imbiondire per 5 minuti. Trasferite la coda di rospo in una grande pirofila da forno, contornatela delle prugne intere, condite con i grani di pepe rosa e il pepe nero, aggiustate di sale e irrorate con il vino. Infornate la coda di rospo alle prugne a 200° per 15 minuti senza rigirarla. Servite ben calda.
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