lunedì 31 marzo 2014

POKER DI CAROTE

Un'idea sfiziosa per convincere i bambini difficili a tavola a mangiare le verdure? Provate con il poker di carote! Scegliendo le formine giuste e facendovi aiutare dal naturale colore di questo piatto, sarà semplicissimo persuadere anche i bimbi più capricciosi. E magari nel frattempo potete raccontargli la fiaba di Puf Puf e della carota. Puf Puf era un piccolo bambino che viveva in una scatola di fiammiferi vuota, visto che non era alto più di un pollice. Puf Puf andava matto per i treni, e quando ne vedeva uno voleva subito salirci sopra. Il suo sogno più grande era quello di guidarne uno, ma era davvero infelice perché era troppo piccolo, e non sarebbe mai potuto succedere. Mentre fantasticava ad occhi aperti Puf Puf vide una coccinella piccolissima, che gli disse che lo conosceva molto bene, che lo aveva visto crescere, e sapeva che lui era vittima di un incantesimo. Gli raccontò che una brutta strega cattiva non voleva che i bambini crescessero sani e belli mangiando le carote. Allora preparò una pozione magica che fece bere a tutti gli abitanti del villaggio: gli adulti si addormentarono mentre i bambini rimasero piccoli come un pollice, perché non mangiavano le carote e non crescevano più. Così la strega cattiva potè mangiare tutte le carote del villaggio e rimanere per sempre giovane e bella. Solo un bambino coraggioso avrebbe potuto sciogliere l'incantesimo, mangiando lui per primo una carota. Puf Puf, deciso a salvare tutti i bambini e gli adulti, si fece portare dalla coccinella una carota e la mangiò. Come per magia Puf Puf divenne grande, così come tutti gli altri bambini, che ricominciarono a mangiare di vero gusto le carote. La strega cattiva fu scacciata dal villaggio e non potendo più nutrirsi di carote, divenne vecchia e brutta. Gli adulti si svegliarono e regalarono a Puf Puf un coloratissimo trenino, per ringraziarlo del suo atto eroico. Per 4 persone:

500 g di carote
200 g di besciamella
50 g di parmigiano grattugiato
1 porro
2 uova
1 formaggino
100 g di latte
olio, sale, pepe bianco

Il giorno prima lessate e frullate le carote. Soffriggete il porro, unite il purè di carote, salate e fate asciugare a fiamma viva per 2 minuti. Incorporate al purè la besciamella (se la volete fare voi seguite questa ricetta), le uova, il parmigiano e il pepe bianco. Versate il composto in una teglia e infornate a 180° per 1 ora. Lasciate raffreddare e ponetelo in frigo.


Prima di servire il poker di carote, il giorno successivo, tagliate il composto con delle formine. Potete anche, a piacere, versarvi sopra una salsina di formaggio facendo fondere il formaggino con 100 g di latte in un pentolino.





giovedì 27 marzo 2014

ZUPPA DI FAGIOLI E SCAROLA

La zuppa di fagioli e scarola è un piatto povero, ma allo stesso tempo davvero ricco di gusto. Anche se la primavera è già arrivata, fa ancora abbastanza freddo, quindi vi do un'ottima idea per scaldarvi a tavola. C'è chi sostiene che questa ricetta sia tipica del Lazio, chi ritiene sia campana, non si sa con precisione, io vi presento la mia personalissima versione, che vi assicuro è da leccarsi i baffi... La scarola vanta poi di possedere numerose proprietà, molto utili alla nostra salute. A chi è perennemente a dieta farà senz'altro piacere sapere che per 100 g di prodotto si hanno solo 15 calorie. E' molto ricca della preziosa vitamina K, ottimo anticoagulante del sangue. La scarola è fra le verdure con la maggiore concentrazione di acido folico, quindi, come abbiamo detto tante altre volte a proposito di altri tipi di insalate, è vivamente consigliata alle donne in gravidanza, perché previene la spina bifida nel nascituro. Infine, la scarola è diuretica in quanto è ricca di potassio e povera di sodio e magnesio. Insomma, dopo averla tanto decantata, sveliamo il suo piccolo difetto: è leggermente amarognola. Ma anche questo neo diventa un suo pregio. Difatti, secondo la medicina tradizionale Cinese, l'amaro nutre l'elemento Fuoco, riequilibra le funzioni della milza e tonifica i reni. Per 2 persone:

 400 g di fagioli
150 g di scarola già lessata
1 patata
2 bicchieri d'acqua
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino
sale, olio

La ricetta è davvero elementare: non dovete far altro che versare tutti gli ingredienti in pentola, coprire con un coperchio, cuocere a fuoco basso per 20 minuti ricordandovi di rimestare di tanto in tanto. Servite la zuppa di fagioli e scarola in tavola ben calda.




lunedì 24 marzo 2014

QUICHE DI CIPOLLE

La quiche di cipolle è una prelibatezza davvero molto semplice da preparare, dal sapore molto delicato che sostituisce degnamente la serata dedicata alla pizza. Con il termine quiche si indica generalmente la torta salata tipica della cucina francese, anche se la parola deriva dal tedesco (kuchen) che vuol dire, per l'appunto, torta. Normalmente la quiche è preparata con la pasta brisè. Poi viene riempita a piacimento a secondo i propri gusti, anche se la ricetta classica francese, la famosissima quiche lorraine (così denominata perché proviene dalla regione della Lorena) si prepara con un ripieno di pancetta affumicata, panna e uova. Quindi dicevamo che per la quiche di cipolle utilizzeremo come base la pasta brisée e non la pasta frolla. Ma qual'è la sostanziale differenza fra le due? La pasta brisée si presenta al palato estremamente friabile e alla vista decisamente di un colore giallino meno intenso rispetto alla pasta frolla. Ciò è dovuto al fatto che, a differenza di quest'ultima, nell'impasto della brisée non è previsto l'impiego delle uova. Si chiama brisée, che vuol dire "rotto", perché si impasta prima il burro con la farina, fino a quando non si ottengono tante bricioline, e poi man mano viene aggiunta dell'acqua molto fredda, la tradizione dice un cucchiaio alla volta. I tempi di preparazione della pasta brisée sono abbastanza lunghi e laboriosi, quindi vi consiglio di acquistarne una già pronta, è molto semplice reperirla al supermercato con ottimi rapporti di qualità/prezzo. Per 4 persone:

1 confezione di pasta brisée
100 g di gruviera grattugiato
100 g di panna
2 uova
1 cipolla bianca
1 cipolla rossa
100 g di latte
sale, pepe nero

Stendete la pasta brisée in una teglia rotonda e adagiatevi sul fondo le cipolle tagliate a spicchi. In una ciotola sbattete le uova, unite la panna e il latte, quindi salate e pepate. Amalgamate bene tutti gli ingredienti. Versate il composto sulle cipolle e spolverizzate con il gruviera grattugiato. Infornate a 200° per 30 minuti. Servite la quiche di cipolle appena tiepida.



mercoledì 19 marzo 2014

POLPETTE DI LEGUMI E PATATE

Se volete gustare un piatto davvero nutriente, fritto, senza avere rimorsi e senza dover fare troppo i conti con la bilancia, vi suggerisco le polpette di legumi e patate. Eh si, vi propongo una frittura, deliziosa e molto particolare, ma se volete evitarla potete anche preparare e polpette e infornarle, in modo da renderle più leggere. Le polpette di legumi e patate hanno un effetto davvero saziante, perché i legumi secchi addirittura triplicano il loro peso e volume dopo la cottura. In questa preparazione i legumi presenti sono i ceci e le lenticchie, che si sa, hanno la nomea di portare denaro e buona sorte, sopratutto se consumate durante il cenone di capodanno. Ma da cosa deriva questa credenza? Si narra che molti secoli fa, un povero contadino ricavò dal suo raccolto di lenticchie solo un misero sacchetto, con il quale avrebbe dovuto sfamare la sua numerosa famiglia fino al prossimo inverno. Il disperato supplicò il cielo di donargli lo stretto necessario per riuscire a tirare avanti. Con sua immensa sorpresa e il cuore ricolmo di gioia, il giorno seguente l'uomo trovò al posto del sacchetto di lenticchie un saccho pieno di monete di oro zecchino, che permisero a lui e alla sua famiglia di vivere nell'agio per il resto della loro vita. Per 4 persone:

40 g di lenticchie cotte
40 g di ceci cotti
200 g di patate
2 carote
1 uovo
60 g di pangrattato
50 g di parmigiano grattugiato
crema di aceto balsamico
maggiorana, sale, pepe nero, olio di semi

Sbucciate le carote e le patate, riducetele in pezzettini e bollitele in acqua salata finché non risulteranno morbide. Scolatele e schiacciatele in una ciotola con una forchetta. Unitevi i legumi sgocciolati, metà del pangrattato, l'uovo, il parmigiano e la maggiosana. Regolate di sale e di pepe e amalgamate bene il tutto. Quindi, con le mani umide, formate delle polpette, ripassatele nel rimanente pangrattato e friggetele in abbondante olio fino alla loro doratura. Scolatele e ponetele ad asciugare su un pannocarta. Servite le polpette di legumi e patate ben calde e decorate con una spruzzatina di crema di aceto balsamico.


lunedì 17 marzo 2014

PREMIO

Per la seconda volta, carissimi amici, ricevo con infinito onore un premio: "the Versatile Blogger award", pensato per me da Rachele del blog Pistacchio e mandarino http://pistacchioemandarino.blogspot.it/ (che ringrazio di tutto cuore). Vi consiglio anche di visitarlo perché è fatto davvero molto bene.


Le regole per accettare questo premio sono:
- mostrare il logo dell'award sul proprio blog,
- ringraziare il blogger che ti ha nominato,
- nominare altri 15 blog,
- mettere il link dei tuoi nominati nel tuo post e informarli del premio con un commento,
- scrivere 7 cose su di te.

Le 7 cose su di me sono:
- ho una laurea in statistica e una passione per la cucina,
- preferisco il dolce al salato, anzi sono proprio una supergolosa,
- adoro mio marito,
- mi piace sentire l'ululato di Shichifukujin (la mia dolcissima akita inu) quando ritorno a casa,
- sono sempre impegnata in qualcosa,
- mio marito mi definisce intelligente, ostinata e dice che ho il sorriso più bello del mondo,
- sono legatissima alla mia famiglia.

Nomino i seguenti blog:

giovedì 13 marzo 2014

DOLCE RUSTICO

La torta di oggi è il dolce rustico, in realtà poco dolce come la maggior parte dei miei dessert, e rustico perché ho utilizzato il pangrattato anziché la farina, quindi molto particolare, ma che nulla toglie al piacere del palato. A dare carattere a questa torta sono sicuramente gli amaretti, molto utilizzati per il loro particolare sapore in numerose preparazioni dolci. A base di mandorle, esistono 2 varianti della ricetta degli amaretti: quella croccante, l'amaretto di Saronno, che useremo per la nostra torta rustica, e quella morbida, l'amaretto di Sassello, comune del basso Piemonte, dove a luglio si svolge la famosa sagra, durante la quale donne in costumi d'epoca lanciano alla folla gli amaretti incartati a mo' di caramella da carri trainati da cavalli o buoi. Sull'origine del dolce ci sono pareri abbastanza discordi: taluni sostengono che siano stati inventati dagli Arabi nel Medioevo e diffusi in Italia durante il Rinascimento, soprattutto nelle regioni Sicilia, Piemonte, Emilia e Liguria. La ricetta prese piede poi in Europa diventando un dolce tipico sopratutto in Spagna ed in Francia. La storia ci racconta che quì, per la precisione a Nancy, gli amaretti venivano preparati con una ricetta antica e segreta dalle suore Carmelitane già nel '600. Tuttavia divennero molto popolari durante la rivoluzione francese, quando pare che due suore furono costrette a nascondersi presso l'abitazione di un loro amico. Li diedero il via alla produzione e alla vendita dei dolcini, tanto che le due religiose passarono alla storia con il soprannome di "suore degli amaretti". Per 8 persone:

250 g di panna
200 g di amaretti
200 g di pan grattato
100 g di zucchero
100 g di cioccolato fondente
30 g di burro
3 uova
mezzo bicchierino di amaretto di Saronno (o altro liquore a piacere)
1 bustina di lievito

Sbriciolate minutamente gli amaretti. Spezzettate il cioccolato, unitelo al burro e scioglietelo a bagnomaria. Quindi mescolatelo agli amaretti e al pan grattato. Aggiungete lo zucchero, il lievito, il liquore e le uova leggermente sbattute. Amalgamate gli ingredienti e poi unite la panna montata a neve. Versate il composto in uno stampo rivestito da carta forno da 24 cm a cerniera, perché anche cotto, risulterà molto morbido. Infornate il dolce rustico a 170° preriscaldato per 45 minuti.


lunedì 10 marzo 2014

CIME DI RAPA ALLA CIPOLLA UBRIACHE

Con le cime di rapa alla cipolla ubriache scoprirete un contorno facilissimo da preparare, saporito, e che vi aiuterà a riequilibrare la vostra dieta. Davvero! Fra le innumerevoli proprietà delle cime di rapa, disquisiamo oggi sulla loro particolare propensione a ridurre la fermentazione e la ritenzione idrica nella pancia. Quasi sempre questi sono due segnali ben chiari dell'intolleranza al latte e ai suoi derivati. Quando se ne soffre, l'organismo non è necessariamente in sovrappeso, ma spesso si avverte un fastidioso senso di gonfiore. Il risultato è un'antiestetica pancia gonfia, che magari si accentua dopo i pasti, e spesso si associa a dolori addominali. Allo scopo di disintossicare l'organismo da questo fastidio, è molto utile consumare le cime di rapa ogni giorno per un paio di settimane, cercando di bere anche il liquido di bollitura. Durante questo periodo sarebbe meglio non assumere latticini freschi e ridurre al minimo quelli stagionati, un pò meno ricchi di lattosio. Bisogna anche leggere attentamente le etichette degli insaccati e dei cibi confezionati, perché spesso contengono come additivi tanto il lattosio quanto il latte in polvere e suoi derivati. Infine, ma non meno importante, le cime di rapa sono vivamente consigliate alle donne in gravidanza, perché il loro contenuto di acido folico è utile nella prevenzione della spina bifida nel neonato. Per 6 persone:

1 k di cipolle
800 g di cime di rapa
1/2 bicchiere di vino bianco
6 cucchiai di olio d'oliva
sale, pepe nero

Sbucciate le cipolle e tagliatele a fettine sottili, disponetele in un tegame e aggiungete il vino, regolando di sale. Copritele a filo con dell'acqua. Coperchiate e fate cuocere a fuoco dolcissimo per 30 minuti, mescolando di tanto in tanto. Fate scottare per 1 minuto in acqua salata e in ebollizione le cime di rapa, quindi scolatele e aggiungetele alle cipolle. Lasciate insaporire il tutto per 5 minuti a fuoco lento. Servite calde le cime di rapa alla cipolla ubriache irrorate d'olio a crudo e una spolverata di pepe nero.



giovedì 6 marzo 2014

PASTA AL PESCE SPADA E ZUCCA

La ricetta di oggi è un primo piatto di grande leggerezza, colorato e genuino: la pasta pesce spada e zucca. Il pesce spada, così denominato per il singolare prolungamento della sua mascella per l'appunto a  forma di spada, raggiunge dimensioni considerevoli. Infatti arriva a superare anche i 300 k di peso e i 4 metri di lunghezza. Ma ciononostante rimane uno dei pesci più veloci. Quando lo acquistate una prova della sua freschezza può essere testata premendo un dito sul trancio: non deve assolutamente rimanere la forma dell'impronta. Le sue carni bianco-rosate non devono risultare gialline, e naturalmente l'odore dev'essere gradevole e non sapere di ammoniaca. Generalmente venduto in tranci, è molto pregiato e prelibato, e anche abbastanza costoso. Ecco perché, purtroppo spesso ci può essere rifilato del comune squalo al posto del pesce spada, proprio perché il sapore e l'aspetto possono risultare simili ma il costo al venditore no! Quindi, quando non è presentato con la testa, un modo per riconoscerlo è controllare la carne ai lati della vertebra: sarete sicuri di aver acquistato del vero pesce spada solo se osserverete delle righe più scure a forma di X. Per 4 persone:

100 g di pesce spada
100 g di zucca
250 g di pasta
1 cipolla piccola
1 carota
1 costa di sedano
1 pizzico di peperoncino
3 cucchiai di salsa di pomodoro
origano, sale, olio, 1 foglia di alloro

Preparate il battuto di carote, cipolla e sedano, magari usando il mixer, mettetelo in padella con un filo d'olio e il peperoncino. Lasciate soffriggere a fiamma dolce finché gli ingredienti non si saranno appassiti e rosolati.

Sbollentate il pesce spada per 10 minuti con l'alloro e scolatelo; quando sarà freddo sbriciolatelo fra le dita. Tagliate a cubetti la zucca e unite il tutto al soffritto. Aggiungete anche la salsa di pomodoro regolando di sale e spolverando con una bella manciata di origano. Fate cuocere a fuoco moderato per 15 minuti col coperchio, rigirando spesso. Nel frattempo mettete a cuocere la pasta, scolatela al dente e aggiungetela gocciolante in padella. Mescolate per un paio di minuti e servite la pasta al pesce spada e zucca ben calda.






lunedì 3 marzo 2014

SEDANO AL GORGONZOLA E NOCI

Il sedano al gorgonzola è un antipasto facilissimo da preparare, molto veloce e con l'utilizzo di soli 3 ingredienti. Più che una ricetta questa, è un modo alternativo di presentare a tavola un ortaggio molto leggero, non avendo nessuna particolare preparazione o cottura. In commercio esistono 2 tipi di sedano: quello verde e quello bianco. In realtà sono la stessa identica verdura, solo che il secondo subisce un trattamento d'imbianchimento. Si ottiene così un sedano dalle coste più tenere e succose, dal sapore più delicato che gli conferiscono una qualità migliore, giustificando anche la differenza di prezzo. Il processo di sbiancatura è totalmente naturale, e si applica durante la crescita della piantina attraverso 2 modalità. La prima consiste nel ricoprire totalmente di terra il sedano, la seconda invece si attua avvolgendo l'ortaggio in un sacchetto di carta. Lo scopo comune è quello di non far filtrare i raggi del sole, per far perdere la clorofilla, che appunto conferisce il colore verde alle piante. Una volta raccolto, dal sedano vengono eliminate le coste esterne che possono risultare più colorate e cimate le punte superiori. Per 6 persone:

1 costa di sedano verde
200 g di gorgonzola
200 g di noci

Separate le coste del sedano e lavatele. Asciugatele e tagliatele della lunghezza di circa 3 centimetri.
Frantumate le noci nel modo più delicato possibile in modo da mantenere intero il gheriglio. Quindi dividetelo in 4 parti. Disponete su ogni pezzettino di sedano (che si presenterà con una naturale forma a berchetta) un cucchiaino di gorgonzola e di sopra adagiatevi 1/4 di gheriglio di noce. Procedete così fino a riempire il piatto da portata, che guarnirete con qualche foglia di sedano. Il gioco è fatto: ponete in frigo il sedano al gorgonzola e noci fino al momento di servirlo in tavola.